“Il computer desktop più incredibile che abbiamo mai prodotto”. Con queste parole il CEO di Apple, Steve Jobs, ha annunciato formalmente il lancio lo scorso 7 agosto della nuova e a lungo attesa linea di computer iMac.
Caratterizzati da display widescreen da 20 e 24 pollici incorniciati da un case in alluminio e vetro, i nuovi iMac includono i più recenti processori Core 2 Duo, una nuova tastiera in alluminio ultra sottile (8 millimetri di spessore), la videocamera integrata iSight e la neonata suite iLife ’08. Queste caratteristiche rendono il nuovo iMac adatto non solo all’utenza consumer, che da sempre è il suo target di riferimento, ma secondo Apple anche a quella di molti professionisti che operano in campo grafico e multimediale.
L’iMac 20″ ha ora un prezzo base di 1.199 euro, ovvero 300 euro in meno rispetto al precedente modello con display di equivalente misura, mentre l’iMac 24″ ha invece un prezzo base di 1.749 euro, di oltre 200 euro inferiore a quello del precedente modello da 24″.
Il nuovo iMac ridefinisce il design all-in-one che da sempre distingue i sistemi consumer di Apple e integra l’intero computer in un case di alluminio con cover di vetro. I nuovi display widescreen degli iMac 20″ e 24″ hanno una superficie lucida e, secondo Apple, sono ancor più nitidi e luminosi dei precedenti.
Sotto il case del nuovo iMac, disponibile in tre differenti configurazioni base, si trovano processori Core 2 Duo con frequenza da 2 a 2,8 GHz e 4 MB di cache L2 condivisa, fino a 4 GB di memoria DDR2 SDRAM a 667 MHz, schede grafiche ATI Radeon HD 2600 PRO con 256 MB di memoria GDDR3 o ATI Radeon HD 2400 XT con 128 MB di memoria GDDR3, hard disk da 250 o 320 GB, masterizzatore DVD SuperDrive 8x e connettività wireless AirPort Extreme 802.11n e Bluetooth 2.0+EDR.
I dettagli dei tre modelli disponibili, due da 20″ e uno da 24″, sono riportati in questa pagina del sito italiano di Apple. Di seguito il punto sulle novità di Domenico Galimberti.
Non tutti vanno in ferie ad agosto, e quest’anno Apple ha scelto proprio il mese più vacanziero dell’anno per dare una svecchiata alla sua linea di prodotti consumer.
In un periodo in cui il valore del titolo in borsa era molto altalenante, tra notizie discordanti sul successo dell’iPhone e risultati finanziari ancora da record, Jobs ha organizzato un evento speciale per presentare ad un gruppo ristretto di giornalisti le novità del settore Mac.
Va premesso che Apple aveva esplicitamente dichiarato che l’evento non avrebbe riguardato né iPod né iPhone, quindi chi si aspettava i nuovi iPod widescreen stile iPhone (prodotto per ora immaginario che potremmo chiamare iPhod) non può recriminare nulla. Va anche premesso che da molto tempo si rincorrevano voci su aggiornamenti dell’iMac e sulla possibilità che il Mac mini venisse dismesso dalla produzione, ipotesi rese attendibili dalla lunga assenza di aggiornamenti per entrambe le macchine e dall’avvento di Apple TV, prodotto che per molti versi si sovrappone al Mac mini.
Il 7 agosto Apple ha messo la parola fine alle tanti voci presentando i nuovi iMac, aggiornando (un po’ in sordina) i Mac mini e rilasciando le nuove versioni di iLife, iWork e dotMac.
Procedendo con ordine, il nuovo iMac è sicuramente la novità alla quale Apple ha voluto dare maggior risalto: a differenza dei cambiamenti messi in atto nei precedenti salti generazionali, questo restyle non ha stravolto il design della macchina, ma si è limitato ad effettuare un cambio di look e a rifinire alcuni dettagli.
Sparisce il modello da 17″,e si abbassano i prezzi dei modelli da 20″ e da 24″, disponibili entrambi in due differenti configurazioni. Sempre in tema di display, spariscono gli schermi opachi per lasciare spazio a quelli lucidi (in vetro), soluzione che consente di avere colori più brillanti, ma che rende lo schermo più soggetto a riflessi indesiderati. Si tratta di una soluzione che ha lasciato perplessi molti utenti, nonostante Jobs abbia dichiatato che l’adozione del display “glossy” sia stata fortemente voluta proprio dagli utenti stessi. A queste perplessità si aggiungono anche quelle di chi avrebbe desiderato l’adozione di monitor retroilluminati a LED (come sui MacBook Pro), o di chi auspicava un innalzamento della risoluzione, che di fatto è la stessa dei portatili da 17″, ma queste due opzioni avrebbero probabilmente alzato i costi portando benefici minimi: 1920 x 1200 è comunque una risoluzione più che adeguata.
Monitor a parte, il nuovo iMac cambia radicalmente colore e materiali, abbandonando il bianco e adottando un look in alluminio e plastica lucida nera. Il colore nero ha già fatto la sua comparsa tanto nell’iPod quanto nel MacBook e nel recente iPhone. Anche l’alluminio è un materiale presente da tempo dei prodotti Apple di tutte le categorie, dalle macchine professionali agli iPod, e diventerà il tema dominante anche del prossimo sistema operativo.
In alluminio sono state realizzate anche le nuove tastiere ultrasottili di Apple: la versione “con filo” include due porte USB 2, mentre la versione wireless (Bluetooth) è compatta e senza tastierino numerico, come quella dei portatili. I tasti sono come quelli dei MacBook, con un meccanismo di pressione che dovrebbe risultare migliore rispetto alla vecchia tastiera bianca. Resta da chiedersi come mai il cambiamento di look abbia coinvolto solo in parte la tastiera, i cui tasti restano bianchi, così come sono rimasti bianchi il mouse, l’Apple Remote (il telecomando usato con Front Row) e i pochi cavi necessari per rendere operativo l’iMac.
Spostando l’attenzione sul contenuto, i nuovi iMac montano processori Intel Core 2 Duo (a partire dai 2 GHz fino alla versione Extreme da 2,8 GHz) con 4 MB di cache L2, RAM fino a 4 GB, dischi rigidi da 250 GB a 1 TB (sempre a 7200 RPM), e una scheda grafica ATI Radeon HD 2600 PRO con 256 MB di memoria (a parte il modello base che utilizza una ATI Radeon HD 2400 XT). Tutti i modelli sono dotati di masterizzatore DVD dual layer 8x, e i prezzi partono da 1.199 Euro (IVA inclusa).
Nel complesso si tratta di un aggiornamento significativo, che abbassa i prezzi, migliora le dotazioni e offre un nuovo look che sembra essere gradito dalla maggior parte degli utenti. L’unica perplessità rimane nell’adozione “forzata” dello schermo lucido, che può risultare gradevole in certe condizioni e per certi utilizzi, ma è meno adatto in molte altre situazioni. La possibilità di scelta tra schermo opaco o lucido (possibilità già presente sui MacBook Pro) avrebbe accontentato più persone, anche chi vede l’iMac come una macchina dall’utilizzo semi-professionale.
Nel corso dell’evento, senza alcuna presentazione ufficiale, sono stati aggiornati anche i Mac mini . Buona notizia per chi temeva che venissero dismessi dalla produzione, ma in realtà l’upgrade è stato minimo: l’ormai vecchio Core Duo è stato rimpiazzato dal Core 2 Duo, la dotazione base di RAM è stata finalmente portata a 1 GB, e anche la capacità degli hard disk è cresciuta leggermente. Nessun cambiamento, purtroppo, per quanto riguarda il chip grafico, inoltre il modello entry-level rimane ancora equipaggiato con il drive combo.
Nonostante ciò, il modello base (che costa 599 euro, qualcosina meno rispetto a prima) può rappresentare una buona scelta per chi vuole sia un computer senza grosse pretese, sia un media center da tenere in salotto (magari affiancato dalla nuova tastiera Bluetooth), soprattutto quando arriverà Leopard con la nuova versione di Front Row che ricalca l’interfaccia di Apple TV. Chi invece vuole un computer con qualcosa in più, deve considerare che aggiungendo i costi di tastiera, mouse, e monitor, un Mac mini da 2 GHz con SuperDrive può costare anche più di un iMac da 20″, e offre comunque qualcosa in meno per via della scheda grafica integrata e dell’HD più piccolo e più lento. Il Mac mini resta quindi ancorato ad un ruolo poco chiaro: come rapporto dotazione/prezzo rimane poco conveniente (a meno di avere già mouse, tastiera, e monitor o di considerarne il riciclo in futuro), e di certo non può fare concorrenza al MacPro, unica alternativa Apple che non sia un all-in-one. È vero che la miniaturizzazione costa, e PC della stessa taglia con dotazione simile si aggirano su fasce di prezzo non molto distanti, ma un prezzo leggermente inferiore (soprattutto per il modello top) e un upgrade alla sezione grafica avrebbero reso il Mac mini una macchina molto più attraente.
Ma se il rinnovamento dell’hardware era grossomodo annunciato (al di là dell’indecisione sulla sorte del Mac mini), quello che in pochi si aspettavano erano gli aggiornamenti di iLife e iWork. In ritardo rispetto al solito appuntamento di inizio anno, era lecito aspettarsi che le nuove release di questi pacchetti arrivassero solo dopo l’uscita di Leopard (ormai alle porte) così da sfruttare alcune delle caratteristiche che saranno introdotte con la prossima versione di Mac OS X, come Core Animation. Invece il nome assegnato (iLife ’08 e iWork ’08) lascia intendere che fino al 2009, o qualche mese prima, non ci saranno ulteriori aggiornamenti, o quantomeno non ci saranno nuove major release.
Senza entrare nei dettagli delle modifiche rispetto alle versioni ’06 (alle quali sarà dedicato un successivo approfondimento), ci sono alcune novità che, nel bene e nel male, vale sicuramente la pena di evidenziare.
La prima riguarda l’aggiunta di una nuova applicazione in iWork : Numbers. Si tratta di un foglio di calcolo realizzato con il classico stile di Apple, ovvero con molta attenzione alla presentazione dei dati. Così come accade con le altre applicazioni della suite, nei limiti del possibile (ovvero della compatibilità di formule e funzionalità) è assicurata la compatibilità con la controparte più famosa del pacchetto MS-Office (nello specifico con Excel). Con Numbers viene aggiunto un altro tassello al completamento di una suite alternativa al vecchio Apple Works, completamento che potrà dirsi realizzato solo quando verrà aggiunta anche un’applicazione in grado di gestire in maniera semplice un piccolo database.
La seconda novità riguarda la versione di iMovie contenuta in iLifè08 . Completamente rinnovato rispetto a tutte le precedenti release, iMovie ’08 introduce una nuova interfaccia e una nuova metodologia di lavoro. Sparisce il concetto di timeline per lasciare spazio ad un più generico “contenitore”, e la realizzazione del filmato sembra essere ancora più semplice e con un maggior numero di funzioni. Alla prova dei fatti però si ha l’impressone di avere minore controllo su quello che si sta realizzando, soprattutto per quanto riguarda la sezione audio (che può essere comunque editata con la massima flessibilità in Garageband). Il nuovo iMovie ha fatto storcere un po’ il naso a chi era abituato a lavorare con le precedenti versioni, tanto che Apple ha messo a disposizione degli utenti di iLife ’08 il download di iMovie HD. Un po’ presto per dire se si è trattato di un passo falso, ma le opinioni di chi l’ha provato sono complessivamente negative, e a complicare la situazione si aggiunge il fatto che iMovie ’08 gira solo su Mac con processore G5 e Intel e con scheda grafica con il supporto per Core Image.
Prima o poi doveva accadere che le macchine più vecchie venissero escluse dagli aggiornamenti, ma ci sono molti utenti che fino alla fine del 2005 (meno di due anni fa) hanno comprato dei PowerBook con processore G4. Si tratta di macchine in grado di far girare software professionali come FinalCut, sulle quali è difficile comprendere come mai non sia possibile installare (almeno ufficialmente) un software che dovrebbe eseguire un lavoro più semplice. Il nuovo sistema di interfaccia, e alcuni effetti di iMovie ’08, richiedono dei processori più potenti del G4 e schede grafiche con il supporto a determinate funzioni, ma in questo caso non sarebbe stato meglio attendere qualche mese e includere in iMovie ’08 delle funzionalità aggiuntive che giustificassero in maniera più convincente il mancato supporto ai processori G4? Perché anticipare di cinque mesi il lancio di applicazioni chiave per il mercato consumer, escudendo dall’aggiornamento una buona parte di possibili utenti? Chissà che, dietro’ possibile che Apple torni almeno in parte sui suoi passi?
Tralasciando le polemiche su iMovie, l’intera suite di iLife ’08 si integra alla perfezione con i servizi offerti da “.Mac”, costituendo di fatto una vera e propria “estensione” delle applicazioni sul web. Oltre alla naturale pubblicazione dei siti realizzati con iWeb, da iPhoto è possibile pubblicare le proprie gallerie fotografiche e mostrarle in un modo decisamente originale, com’è possibile vedere nell’esempio messo online da Apple (provate a visualizzare una serie di immagini in modalità “Carousel”); per l’occasione anche lo spazio messo a disposizione da Apple con “.Mac” è passato da 1 GB a 10 GB. iWork’08 e Lifè08 sono in vendita a 79 euro, mentre l’abbonamento annuale a “.Mac” costa 99 euro, e oltre allo spazio fisico, la casella di posta, e la web gallery, mette a disposizione anche strumenti per la sincronizzazione della propria agenda, il backup dei dati, e altro ancora .
Domenico Galimberti
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