I ricercatori della Danmarks Tekniske Universitet (DTU) hanno raggiunto un nuovo primato nella trasmissione dei dati su fibra ottica, riuscendo a scambiare qualcosa come 43 terabit di informazioni in un secondo sfruttando un singolo laser come fonte della trasmissione.
Per ottenere il nuovo record, gli esperti danesi hanno fatto uso di un nuovo cavo in fibra ottica realizzato dal colosso giapponese NTT: diversamente dai cavi tradizionali, l’esemplare di NTT usa sette collegamenti in vetro invece di uno, fatto che impone la suddivisione della trasmissione all’invio e la ricomposizione all’arrivo.
I 43 terabit dell’università europea rappresentano un fatto positivo soprattutto nell’ottica della crescita vertiginosa delle comunicazioni telematiche di questi anni, dicono gli autori della ricerca, un modo per ottimizzare l’uso delle infrastrutture già esistenti o per sfruttarne di nuove e più efficienti.
Il traguardo danese si inscrive di diritto nella tendenza, oramai costante da anni, di intensificare l’utilizzo delle tecnologie in fibra ottica per raggiungere record via via sempre maggiori , e a ulteriore riprova del potenziale ancora inespresso della fibra gli stessi ricercatori della DTU dicono di essere già in grado di raggiungere un transfer rate di 1 petabit (cioè 1.000 terabit, o 1.000.000 di gigabit) sfruttando centinaia di laser in contemporanea.
Chi invece lavora alla realizzazione di tecnologie di trasmissione ottica che non faccia uso delle fibre ottiche tradizionali sono i ricercatori della University of Maryland, interessati piuttosto a imitare il meccanismo delle trasmissioni laser su fibra riproducendone una variante virtuale attraverso canali fatti pura aria.
Alfonso Maruccia