Il P2P divide l'America del Nord?

Il P2P divide l'America del Nord?

Negli Stati Uniti cresce una legge che prevede carcere fino a tre anni per chi scambia grandi quantità di file protetti mentre in Canada un tribunale decide che condividere e scaricare non può essere illegale
Negli Stati Uniti cresce una legge che prevede carcere fino a tre anni per chi scambia grandi quantità di file protetti mentre in Canada un tribunale decide che condividere e scaricare non può essere illegale


Washington (USA) – Se in Francia e in Gran Bretagna l’industria musicale ha annunciato nelle prossime settimane iniziative legali contro gli utenti dei sistemi peer-to-peer che scambiano file protetti dal diritto d’autore, USA e Canada sembrano prendere direzioni diverse , persino opposte, nell’approccio al file sharing.

La Commissione giustizia della Camera dei Rappresentanti americana ha infatti appena approvato una proposta di legge, nota come “Piracy Deterrence and Education Act of 2004”, secondo cui chi condivide via P2P grandi quantità di file protetti può essere condannato ad una pena carceraria fino a tre anni.

L’idea della proposta è quella di colpire chiunque condivida più di mille canzoni nello stesso modo in cui verranno colpiti coloro che producono e rivendono copie illegali di film appena usciti nelle sale. Finanziamenti sono poi previsti affinché la polizia federale stabilisca un programma educativo anti-pirateria con, in più, un fondo da 15 milioni di dollari per coprire le attività di contrasto all’uso illecito del peer-to-peer nel corso del 2005.

Nelle ore in cui la Commissione approvava il testo, che dovrà comunque seguire un lungo iter parlamentare prima di diventare legge, un tribunale canadese ha bloccato, almeno per il momento, la crociata antiP2P delle major. In un caso che riguarda 29 utenti internet denunciati dal braccio internazionale dei discografici, IFPI , il giudice ha stabilito che non vi sono prove che possano dimostrare che gli utenti abbiano davvero commesso delle violazioni. Una posizione che, di fatto, smonta la possibilità per le major di far condannare in Canada utenti P2P. Ciò che colpisce della sentenza è che il giudice non ha ritenuto condannabili utenti accusati non solo di scaricare musica ma, soprattutto, di condividere centinaia o migliaia di file.

Alla decisione canadese in primo grado seguirà certamente un appello . L’associazione locale dei discografici ha già fatto sapere che “a nostro parere, le leggi sul diritto d’autore in Canada non consentono alla gente di porre migliaia di file musicali su internet affinché siano copiati, trasmessi o distribuiti a milioni di sconosciuti”.

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Pubblicato il
2 apr 2004
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