Il P2P si muove contro la RIAA

Il P2P si muove contro la RIAA

Pubblicato un nuovo software pensato per contrastare le attività di monitoraggio dei network di scambio attivate dalle major. Al grido di: Combatti il cartello del copyright
Pubblicato un nuovo software pensato per contrastare le attività di monitoraggio dei network di scambio attivate dalle major. Al grido di: Combatti il cartello del copyright


Roma – Gli utenti del peer-to-peer continuano a muoversi per tentare di reagire alle molte offensive delle major contro i sistemi di file sharing : nelle scorse ore è stato pubblicato un nuovo software, o meglio il fix di un software precedente, pensato per difendere gli utenti dalle aggressioni informatiche delle major sul P2P.

In particolare il tool appena messo a punto, segnalato da siti come Zeropaid , intende dare filo da torcere a quei sistemini ( spider ) messi in campo da RIAA e MPAA per individuare gli utenti che condividono materiale pirata , un’attività piuttosto estesa che è alla base della ridda di denunce che da due anni a questa parte vengono scagliate contro frequentatori dei sistemi P2P.

“Sei stanco di essere trattato come un criminale dai cartelli del copyright come RIAA e MPAA? – si chiede uno dei siti che promuovono ora questo software – Allora combatti”. “Dal momento che i nostri politici ritengono che il benessere della RIAA sia più importante del nostro – si legge ancora – dobbiamo trovare il modo di rendere gli spider di RIAA/MPAA troppo costosi per essere utilizzati”.

L’idea di fondo, dunque, è di cercare di rallentare gli spider o incastrarli in un loop , oppure ancora di fornire così tanti falsi positivi che discernere chi condivide materiale protetto da chi non lo fa diventi troppo costoso. In realtà già oggi esistono una serie di strumenti realizzati per tentare di arginare il monitoraggio delle reti ma sono tutti tool molto onerosi in termini di risorse: ed è per questo – sostengono i promotori – che è nato DirIndexFaker .

Si tratta, in effetti, di un fix per un tool già noto, il DMCA Bot Killer a cui si ascrive però un funzionamento a singhiozzo, un’efficacia ridotta e un’architettura troppo onerosa per le risorse informatiche. Da qui il “fix” che “sistema”, a detta degli sviluppatori, i problemi del tool precedente. “Con una diffusione sufficiente – scrivono i promotori – costringerà i cartelli del copyright a studiare altri modi per colpire chi commette violazioni” alle leggi sul diritto d’autore.

Difficile dire se questo genere di strumenti potrà ottenere lo scopo che si prefigge, di certo si tratta del frutto di una diffusa esasperazione causata dalle strategie delle major secondo cui, come noto, il P2P si traduce in una sorta di “furto di massa” che colpisce le vendite di musica e film. Il tool è disponibile qui .

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Pubblicato il
16 dic 2005
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