Presto i telefonini saranno parte del corpo della persona, saranno una protesi comunicativa che permetterà a chiunque di intrattenere relazioni con il mondo che lo circonda, relazioni mediate da tecnologie trasparenti. Questo il futuro tracciato dal padre del telefonino Martin Cooper .
Sono passati 35 anni da quando un capannello di persone si radunava attorno a Cooper che, in pugno un apparecchio pesante quasi un chilo, effettuava la prima chiamata a mezzo telefonino. Ci erano voluti tre mesi per sviluppare il prototipo, dieci anni perché 300mila persone potessero comunicare in mobilità, sono stati necessari 35 anni perché metà della popolazione mondiale si dotasse di un telefonino.
Ma le aspettative di Cooper non sono state completamente soddisfatte dall’industria, ha spiegato l’ingegnere 79enne in un’ intervista : 35 anni fa Cooper auspicava che il telefonino divenisse un servizio diffuso su scala universale , si aspettava che il numero telefonico agisse come una sorta di codice identificativo con cui ciascuno sarebbe stato equipaggiato fin dalla tenera età, prevedeva che la comunicazione mobile potesse innervare il corpo delle persone, oltre che la loro quotidianità.
35 anni fa Cooper avrebbe scommesso che si sarebbero sviluppate tecnologie capaci di abilitare la comunicazione fra due persone lontane passando direttamente dal pensiero. Ha dovuto ridimensionare le aspettative che nutriva per la telefonia mobile: “È ora assodato che le persone vogliono essere libere di comunicare in mobilità, ma sfortunatamente ciò si è realizzato solo per i servizi di comunicazione vocale, e non per tutte le persone”. Ma il futuro riserva ancora molte possibilità: nel giro di 15 o 20 anni , prevede Cooper, le persone conviveranno con dei dispositivi wireless impiantati nel corpo .
L’umanità aumentata dei prossimi decenni fruirà della tecnologia per migliorare la qualità della propria vita . Il corpo dell’uomo, Cooper sembra concordare con i pronostici di Ray Kurzweil, ospiterà dispositivi in grado di monitorare le condizioni di salute, di comunicare direttamente con i medici curanti, i quali, impartendo istruzioni ai device integrati, cureranno il paziente che li porta con sé. “La diagnosi e la cura – vaticina Cooper – saranno effettuate e somministrate istantaneamente, in maniera completamente wireless”.
Il corpo dell’uomo sarà altresì la fonte capace di alimentare il fabbisogno energetico delle macchine che ospiterà. Sono numerosi gli esperimenti che dimostrano come l’energia meccanica sviluppata all’interno del corpo umano possa essere trasformata in energia elettrica: Cooper non parla di queste innovazioni come fossero fantascienza, ma ammette che ancora in molti sembrano diffidare. Ricorda però che 35 anni fa l’idea della comunicazione mobile aveva lo stesso impatto sulle persone.
È proprio sull’atteggiamento delle persone che si dovrà lavorare per integrare la comunicazione wireless nel corpo umano: “Il problema non sta nelle tecnologie, ma nelle persone – avverte Cooper – Sono le persone ad essere tradizionaliste”. Per trasformare in entusiasti coloro che diffidano, sarà quindi indispensabile rassicurarli e mostrare loro come le tecnologie per comunicare possano agire positivamente su innumerevoli sfaccettature della vita quotidiana.
Ma se questo è uno scenario che Cooper intravede per i prossimi decenni, un’altra rivoluzione sta per sopraggiungere . Passerà da un cambio di atteggiamento dell’industria, che dovrà focalizzare la propria attenzione e il proprio modello di business sulle reali esigenze delle persone. Il pioniere della telefonia mobile raccomanda ai player del settore di muovere verso strumenti semplici da utilizzare, verso una tecnologia usabile e trasparente.
Gaia Bottà
( fonte immagine )