Il Panda veglia sul malware. Dal cielo

Il Panda veglia sul malware. Dal cielo

L'azienda spagnola introduce il primo antivirus cloud-based, un nuovo approccio in materia di sicurezza che fa affidamento sulla condivisione tra gli utenti
L'azienda spagnola introduce il primo antivirus cloud-based, un nuovo approccio in materia di sicurezza che fa affidamento sulla condivisione tra gli utenti

I cosiddetti programmi cloud-based si stanno dimostrando sempre più utilizzati come soluzioni su cui basare servizi pre esistenti: ne è un esempio la versione beta di Panda Cloud Antivirus , antivirus gratuito svolazzante in grado, secondo la software house che lo produce, di debellare preoccupanti infezioni telematiche come Conficker .

Piuttosto che basarsi su un unico eseguibile con i relativi archivi, il software di Panda Security si basa su una leggera dashboard, scaricabile gratuitamente, che si connette in maniera automatica al data center della software house ed analizza il codice eseguito sulla macchina. Gran parte del lavoro è svolta da quella che viene definita l’intelligenza collettiva che sta alla base del programma, in grado secondo la compagnia di identificare le nuove minacce di malware quasi in tempo reale.

In particolare, secondo Panda sarebbero soltanto sei i minuti impiegati dalla community di utenti, che secondo le loro stime sarebbero classificabili in milioni, per identificare nuovo codice malefico. Un bacino di utenza molto ampio che permetterebbe alla società di tracciare ed analizzare circa 50mila nuovi campioni di malware su scala quotidiana. “In questo nuovo approccio è possibile riscontrare un’intrigante simmetria” esordisce Jonathan Penn, esperto di sicurezza. “Gli utenti ottengono analisi sempre più aggiornate, mentre Panda li trasforma a sua volta in un vero e proprio sensore in grado di inviare feedback che possono essere poi interpretati per identificare meglio i rischi emergenti”.

Sono due i metodi di scansione previsti dal sistema: il primo, necessario per sbirciare il contenuto di eseguibili in procinto di essere installati, mentre al secondo viene attribuita una minore priorità, lanciandolo quando il sistema è inattivo. Il software include anche un anti-spyware, un anti-rootkit, nonché un’analisi euristica del sistema. Come già detto, tra i benefici dell’antivirus nebuloso c’è senz’altro il basso consumo garantito sia in termini di spazio occupato sul disco rigido che in materia di RAM necessaria per far girare il dispositivo: secondo l’azienda, l’eseguibile occupa appena 50MB sul disco fisso e consuma soli 17MB di RAM, valore che potrebbe scendere secondo le stime di Panda di altri 5MB portando a 12MB l’utilizzo complessivo della memoria.

Nonostante la sua chiara vocazione al web il programma, che viene distribuito attualmente per XP e Vista e che in futuro potrebbe essere rilasciato anche per Windows 7, non sembra chiarire come il sistema si comporti in assenza di connettività al web. Per esempio, il codice malevolo potrebbe tranquillamente annidarsi in una chiavetta USB. Secondo i tecnici Panda, il sistema creerebbe di default una copia locale della cache dell’intelligenza collettiva, che include le ultime direttive su cosa c’è in giro in ambito di malware. Comunque, secondo l’azienda, per poter usufruire al meglio dei servizi del software è caldamente consigliata una costante connessione ad Internet.

Come ribadito dall’azienda stessa, Panda Cloud Antivirus è del tutto gratuito: una scelta obbligata, secondo l’azienda anche per far fronte alla sempre più agguerrita concorrenza e alla sempre crescente selezione di ottime alternative gratuite ai servizi a pagamento. La strategia di mercato dell’azienda spagnola sarebbe quantomai semplice: dare in pasto al pubblico un servizio completamente gratuito, dal quale potrà ricavare ingenti quantità di dati statistici sui quali sembra essere garantito l’anonimato, per poi seguire la scia delle infezioni e piazzare altri prodotti tradizionali a pagamento.

Vincenzo Gentile

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Pubblicato il
30 apr 2009
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