Il papà di Android battezza Essential Phone ed Essential Home

Il papà di Android battezza Essential Phone ed Essential Home

Il brand fondato da Andy Rubin conta al momento di uno smartphone semi-modulare e a breve di un assistente personale votato alla privacy. Sono questi i giusti assi nella manica per competere contro i big del settore?
Il brand fondato da Andy Rubin conta al momento di uno smartphone semi-modulare e a breve di un assistente personale votato alla privacy. Sono questi i giusti assi nella manica per competere contro i big del settore?

Il padre del sistema operativo Android, Andy Rubin , si è dedicato allo sviluppo di un innovativo dispositivo smartphone e un’assistente virtuale. Si tratta di device brandizzati Essential , dall’omonimo nome di una delle tante startup facenti parte della holding Playground Global fondata a seguito della fuoriuscita da Google di Rubin nel 2014. Essential Phone ed Essential Home sono in assoluto i primi prodotti pronti ad essere commercializzati con il nuovo marchio. La volontà è offrire una risposta alle esigenze “del modo di vivere delle persone del 21esimo secolo” evitando quelle che sono le funzionalità inutili che rischiano di complicare la vita anziché semplificarla.

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Il manifesto di Essential, si riassume nei seguenti punti:

– I dispositivi sono la tua proprietà personale. Non vogliamo forzarti di avere qualcosa che non vuoi avere;

– Ci comportiamo bene con gli altri. Gli ecosistemi chiusi creano divisioni e sono anacronistici;

– Materiali premium e vero lavoro artigianale non dovrebbe essere solo per pochi;

– I dispositivi non dovrebbero diventare vecchi ogni anno. Dovrebbero evolvere con te;

– La tecnologia dovrebbe assisterti così che tu possa sfruttarla nella tua vita;

– Semplice è meglio.

Una filosofia sicuramente condensata nell’ Essential Phone PH-1 , uno smartphone basato su Android, pulito nel design (nessun logo in evidenza), particolarmente resistente, realizzato in titanio (“che non si graffia, intaglia o piega”) con componenti esterni che si possono collegare grazie a connettori magnetici, come la piccolissima fotocamera a 360 gradi da 12 Megapixel (venduta separatamente a 50 dollari), ma anche la stessa docking station per la ricarica funziona in maniera simile.

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L’escamotage tecnologica permette di svincolare il corpo dello smartphone dagli accessori destinati ad un’obsolescenza spesso rapida. “Non odi quando devi comprare nuovi dispositivi, caricatori e accessori ogni volta che il tuo telefono viene aggiornato? Anche noi. Così abbiamo deciso di fare di questa prassi una cosa del passato. Il connettore magnetico con trasferimento di dati wireless mantiene il telefono libero da fili, a prova di futuro e sempre aggiornato” – si legge sul sito dedicato .

Tra le caratteristiche si trovano una fotocamera frontale da 8 Megapixel in grado di registrare anche video 4K, un display full edge-to-edge da 5,7 pollici e risoluzione 2.560×1.312 pixel. Il cuore è rappresentato da un processore Qualcomm Snapdragon 835 mentre la GPU è una Adreno 540, 710MHz, 64bit. La RAM è da 4 GB, il Bluetooth è 5.0 LE, la batteria da 3.040mAh dovrebbe garantire una buona autonomia e i 128GB di memoria risultano abbondanti. Come per il concorrente Apple, anche Essential non prevede più il jack audio e per una maggior sicurezza è dotato di riconoscimento dell’impronta digitale. Il costo di 700 dollari (più 50 per la fotocamera esterna) ne fanno un prodotto interessante.

Se l’innovativo smartphone è già ordinabile, ci sarà invece bisogno di più tempo per Home , il nuovo assistente formato hardware che promette di fare concorrenza a Google Home e Amazon Echo da dopo l’ estate . Il dispositivo, pienamente compatibile con il fratello smartphone targato Essential, permetterà di ascoltare musica, fornire risposte basate su ricerche web, impostare sveglie, controllare le luci di casa ovviamente grazie all’interazione vocale. Con questo apparecchio l’intenzione è di “far ordine tra gli standard, protocolli e sistemi utilizzati dall’IoT”. “Tutti creano isole dando vita ai loro ecosistemi, costruire ponti è il miglior modo per descrivere quello che stiamo facendo con il dispositivo Home” – ha affermato Rubin lasciando intendere che vi sarà “dialogo” tra dispositivi della concorrenza. Seppur si sappia ancora poco su Home, una cosa sembra certa: rispetto ai principali competitor, i dati vengono trattati localmente e non riversati sul cloud. Questo dovrebbe andare a vantaggio della privacy : le proprie informazioni e abitudini non saranno vendute a terzi con finalità pubblicitarie. Vi sembra poco?

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I grandi competitor, Google, Amazon, iPhone al momento tacciono sulla strategia di Essential. Potrebbero non esserne così tanto spaventate , anche se è evidente che Rubin è uno che fa sul serio. Lo sa bene Google, che nel 2005 ha acquisito la sua startup dedicata allo sviluppo di Android per 50 milioni di dollari. Da lì a vantare oltre 2 miliardi di dispositivi dotati del loro sistema operativo il salto è stato relativamente breve.

Mirko Zago

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Pubblicato il
31 mag 2017
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