Roma – Il suo computer invece di un utile mezzo di lavoro si è trasformato in un occhio indiscreto puntato contro l’intimità della propria casa e della famiglia. Attraverso webcam e microfono, infatti, un cracker ha avuto accesso in più occasioni a quanto dicevano e facevano tra le pareti domestiche il conduttore radiofonico Fabio Visca e sua moglie.
La vicenda, raccontata da IlMessaggero e ripresa ieri da vari media nei modi più diversi, è al momento oggetto di una indagine della Polizia Postale, da quando l’ignoto cracker che si firma “Venerando anonimo” ha inviato a Visca persino una minaccia di morte, corredata dalla esatta riproduzione di alcune frasi che i due coniugi si erano scambiati in casa. In una email il cracker avrebbe dettagliato i loro gusti gastronomici e scritto i testi delle canzoncine che Visca e sua moglie usano cantare alla figlia.
Il sottotitolo del Messaggero, riportato anche nella sintesi disponibile online è assolutamente preoccupante: “Attenti, il computer può spiarvi anche se spento”.
Una boutade, naturalmente, che nasce probabilmente dagli infiniti timori che può scatenare ciò che è ignoto, in questo caso una webcam, che nell’occhiello viene individuata come l’elemento criminale numero uno: “Con una webcam il gioco è ancora più facile”.
Al di là del discutibile modo di porgere la notizia, la verità è che l’uso di webcam e microfono, due accessori ormai “indispensabili” per tanti possessori di computer, richiede almeno una minima conoscenza del mezzo. Quanti utilizzano questi strumenti per effettuare “videochiamate” su internet? O partecipare alle sempre più sofisticate “videochat”? Quanti senza saperlo diffondono il proprio indirizzo IP in questi ambienti senza adeguati mezzi di protezione? Quanti vengono visti senza saperlo? Quanti sanno di piccoli tool che consentono di accedere via internet ai dispositivi multimediali su computer non presidiati? Continuo?
Qualche produttore di webcam ci ha visto lungo e ha piazzato una piccola “visiera” sul prodotto, dimodoché l’utente, quando non utilizza la webcam, può di fatto “oscurare” il suo occhio elettronico. Una mossa intelligente da parte del produttore perché va incontro alle paure più o meno consapevoli del cliente.
Senza nulla togliere alla gravità delle minacce di morte sulle quali è necessario indagare, senza voler tirare le orecchie ai rivenditori che non raccontano ai propri clienti i bonus e i malus dei prodotti in vendita, mi è comunque difficile accettare che la webcam sia improvvisamente divenuta un nemico di cui diffidare, capace di aggredire anche a computer spento. E… no, non prenderò un martello per fare a pezzi quella cosa che è piazzata sopra il mio monitor e che in questo momento, ne sono certo, mi sta osservando. Chissà cosa pensa.