Roma – Sono tante e sempre più numerose le società fittizie che inviano tonnellate di spam allo scopo di trasformare gli utenti che cadono nelle trappole in una sorta di riciclatori di denaro , in particolare quello che proviene dalle truffe condotte via email.
Il fenomeno, di cui sta tenendo traccia Anti Phishing Italia (API), è legato ad una particolare tecnica spammatoria: le email trasmesse da queste “imprese” perlopiù sostengono che i loro clienti in diversi paesi trovano particolari problemi nell’ effettuare i pagamenti . Agli utenti chiedono quindi “assistenza” affinché ricevano quei pagamenti sui propri conti correnti e li girino successivamente alle società stesse, dietro versamento di una “commissione”.
Poiché quei pagamenti sono frutto di frodi condotte con la tecnica del phishing , ovvero con email nelle quali si cerca di ingannare gli utenti per far cedere loro dati personali o invischiarli in oscure operazioni finanziarie, si è di fronte, dicono gli esperti a Punto Informatico, ad una sorta di “organizzazione del riciclaggio”, che potrebbe mettere nei guai chi cade nella trappola e presta i propri conti a queste società fittizie.
Secondo gli esperti di API è necessario che “tutti coloro i quali hanno provveduto a fornire i propri dati personali e coordinate bancarie” monitorino i propri conti “per verificare l’accredito di denaro da fonti sconosciute ed eventualmente procedere con una denuncia presso le forze dell’ordine insieme al blocco del proprio conto bancario”. Il problema non è secondario, in quanto questi conti “come già avvenuto in passato, potrebbero essere utilizzati per far transitare, illudendo così l’utente sulla veridicità del lavoro proposto, somme di denaro ottenute illegalmente dai truffatori in precedenti truffe informatiche o casi di phishing trasformando di fatto sino a prova contraria il truffato in truffatore”.
Per rendersi conto dell’estensione del fenomeno è sufficiente dare un’occhiata alla pagina dedicata da API al fenomeno delle società fasulle .