Il piano di Telecom Italia per lo scorporo

Il piano di Telecom Italia per lo scorporo

La telco tricolore scrive ai vertici di AGCOM per illustrare la fase uno del suo progetto di societarizzazione della rete di accesso. Chiesto un alleggerimento delle regole nel settore
La telco tricolore scrive ai vertici di AGCOM per illustrare la fase uno del suo progetto di societarizzazione della rete di accesso. Chiesto un alleggerimento delle regole nel settore

Un sintetico documento di otto pagine inviato ai vertici dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) dal presidente di Telecom Italia Franco Bernabé, un dossier contenente il piano dell’incumbent tricolore per l’atteso progetto di societarizzazione della rete di accesso. Pubblicata in anteprima dal quotidiano milanese Corriere della Sera , l’informativa sul cosiddetto scorporo è in attesa delle prime valutazioni a poche settimane dall’ approvazione nel corso di una riunione lampo del Consiglio di Amministrazione della stessa Telecom Italia.

Nella prima parte del documento – una missiva firmata da Bernabé all’attenzione del presidente di AGCOM Angelo Cardani – il CdA di Telecom Italia ha più volte sottolineato la natura volontaria della separazione da parte di un’impresa verticalmente integrata. In sostanza, la telco del Belpaese vuole offrire il suo spin-off in cambio di un adeguato alleggerimento dell’impianto regolatorio da parte dell’Autorità tricolore .

“Si dovrà tenere conto delle garanzie aggiuntive di piena parità di trattamento fornite dall’applicazione del modello di equivalence of input scrive Bernabé all’interno del documento inviato ai vertici di AGCOM – garanzie che, a parere dello scrivente, dovrebbero assicurare una concorrenza effettiva e sostenibile e, quindi, il superamento di quei limiti concorrenziali posti alla base di misure asimmetriche”. Lo stesso presidente di Telecom Italia ha concluso la sua missiva auspicando “una specifica audizione sul tema”.

Come spiegato dal Corriere della Sera , il testo al vaglio di AGCOM si riferisce alla sola fase uno del progetto, ovvero alla separazione della rete di accesso (Opac) senza alcun cambio di proprietà. Nonostante lo scorporo, Opac sarebbe controllata al 100 per cento dalla stessa Telecom Italia . Nel suo dossier il CdA di Telecom Italia ha sottolineato come gli attuali accordi interni – contratti di servizio – tra Open Access e le divisioni commerciali della stessa telco verrebbero sostituiti da “veri e propri contratti tra società separate, TI Service Co e Opac, del tutto analoghi a quelli che verrebbero sottoscritti tra gli operatori alternativi e la stessa Opac”.

L’informativa inviata all’AGCOM ha infine delimitato il perimetro in cui dovrà muoversi la nuova società, dagli apparati passivi dalle centraline al personale. Il cosiddetto wholesale line rental e il bitstream per i servizi in rame e fibra resteranno invece in capo a TI Service . Rimane invece un alone d’incertezza sui punti relativi alla governance e all’apertura della struttura dell’ultimo miglio Fiber to the Cabinet (FTTC).

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
12 giu 2013
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