Wafaa Bilal, professore della Tisch School of the Arts di New York, che si era fatto impiantare una telecamera sul retro della propria testa innescando un ampio dibattito sulla privacy degli studenti data la sua permanenza al campus, ha appena subito un intervento chirurgico per la rimozione di una parte del dispositivo .
La telecamera, sistemata nella parte posteriore della testa tra la cute e il cranio e imperniata in tre punti diversi collegati tra loro attraverso una base di titanio, aveva lo scopo di scattare una foto ogni 60 secondi per un progetto che doveva durare un anno intero.
Tali immagini, immediatamente, venivano pubblicate sul sito Web appositamente creato per il progetto e inviate al database del sito del museo arabo del Qatar, che aveva commissionato lo studio, per apparire in sequenze in tempo reale nel corso di una mostra temporanea ospitata al museo da dicembre a maggio.
La fotocamera da 10 megapixel è stata impiantata nel cranio del professore, nel mese di novembre, da un negozio di tatuaggi presso uno studio di piercing di Los Angeles. Il corpo del professore, però, ha rifiutato la presenza di uno dei tre agganci in titanio e lo stesso, la scorsa settimana, si è dovuto sottoporre ad un intervento chirurgico.
Secondo un rapporto del Chronicle of Higher Education , il professore aveva avuto costante dolore alla testa a seguito dell’intervento iniziale. Dolori che non si erano attenutati nonostante il trattamento con antibiotici e steroidi. Per tale motivo il professore è stato costretto ad intervenire chirurgicamente rimuovendo, però, solo uno dei tre perni affermando di voler sperimentare una configurazione differente della telecamera , reimpiantando una macchina più leggera, una volta che “le ferite post operatorie guariranno completamente”.
“Sono determinato a continuare con tale progetto” ha dichiarato Bilal. “Questa non è la fine”.
Molti a tal proposito si sono chiesti cosa spinga il professore a rischiare la propria salute per installarsi una telecamera nella testa e scattare continue fotografie in giro per le strade. A queste domande il professore ha risposto dichiarando semplicemente che “si tratta di una performance” e che per tale motivo farà in modo che lo spettacolo vada avanti.
Raffaella Gargiulo