Symantec ha confermato nel suo ultimo Internet Security Threat Report che la Cina è diventata la seconda nazione con il più alto livello produttivo di malware. Se gli Stati Uniti dominano con una share mondiale del 32%, i cinesi sono al 10% e gli appena scalzati tedeschi solo al 7%.
“Gli ultimi tre o quattro mesi abbiamo rilevato un progressivo incremento dei malware cinesi. Prima arrivavano file una volta ogni tanto, adesso quasi tutti i giorni”, ha sottolineato Chris Boyd, direttore di del settore malware presso FaceTime Communications . Crescono in particolare i codicilli che vengono ideati e sviluppati da virus writer cinesi, codicilli spesso dediti a condurre truffe online o rapimenti di avatar .
Nel corso dell’ultimo anno, segnalano infatti gli esperti, è cresciuto in modo esponenziale il furto di identità in ambito videoludico. I gamer che dispongono dei maggiori punteggi, o di potenti avatar, sono sempre più in pericolo: bande di cracker intendono rubare le loro identità per rivenderle a chi vuole iniziare le proprie avventure nel metamondo a partire da avatar già “potentissimi”.
“La metà dei circa 8 milioni di gamer online vengono dalla Cina. Con l’aumento di questa attività non si sta creando solo un sfida divertente per i cracker, ma anche un vero e proprio mercato per le persone che vogliono comprare le identità di gamer di successo”, ha dichiarato Vincent Wafer, direttore di Symantec Security Response.
I casi di furto di identità sono in crescita, e si concentrano soprattutto sugli appassionati di Lineage e World of Warcraft . I pirati informatici interessati ai conti personali degli utenti esistono anche in Cina, già si sapeva, ma la leva emergente si sta specializzando nella commercializzazione delle utenze-giocatore. “Un ragazzino magari non vuole sorbirsi tutti i livelli, quindi ruba gli avatar altrui o li compra”, ha dichiarato Wafer.
Il mese scorso la polizia cinese ha arrestato sei uomini sospettati di aver creato e distribuito Fujacks worm : un gingillo che distraeva gli utenti con l’immagine di un panda mentre procedeva alla sottrazione degli user name e password correlati a giochi online.
“Se con virus e phishing scam sono al secondo posto delle nostre classifiche, quando si tratta di botnet non hanno avversari”, ha sottolineato Weafer. “Inoltre i cracker cinesi indipendenti sono i più attivi negli zero-day exploit contro obiettivi governativi”. Anche le ultime vulnerabilità di Word e Excel, secondo Roger Thompson CTO di Exploit Prevention Labs , sarebbero da imputarsi a “manodopera” cinese. “Ho sempre pensato che la faccia della nuova generazione di cracker sarebbe stata cinese. Ce ne sono così tanti e sono una potenza tecnologica emergente”, ha dichiarato Thompson.
Dario d’Elia