Nuova distro “doppia” per la distribuzione libera Debian . Dopo due anni di attesa gli sviluppatori volontari del progetto completano la versione stabile 6.0 (nome in codice “Squeeze”), ma questa volta accanto alla combo GNU/Linux viene introdotta anche la variante Debian GNU/kFreeBSD. Al momento questa nuova proposta “sperimentale” offre limitate funzionalità desktop, ma resta il primo port incluso in un rilascio di Debian a non essere incentrato sul kernel Linux.
Un gran lavoro è stato fatto anche per far sì che il kernel di Linux incluso nella parte “classica” di Debian comprenda solo firmware svincolati dalle licenze. Adesso gli utenti possono scegliere di lavorare con un OS basico completamente libero, utilizzando solo i pacchetti free inclusi nell’archivio principale, o di appoggiarsi anche alle repository proprietarie per forzare la compatibilità hardware.
L’installer 6.0, scaricabile gratuitamente, include comunque gli ambienti desktop GNOME, Xfce e LXDE, le applicazioni KDE Plasma e il supporto ai comuni applicativi server. Come noto, il sistema Debian può girare su dispositivi di ogni tipo, dai palmari ai supercomputer.
Nonostante gli sforzi per rendere la distribuzione Linux ancora più universale, l’arrivo di questo aggiornamento non è stato accolto con applausi ovunque. Secondo ZDNet , la nuova versione del sistema operativo su cui si basa anche Ubuntu non include neppure un passo avanti. Aggiornare da “Lenny” a “Squeeze” sarebbe addirittura irrilevante.
Roberto Pulito