Pisa – Qualcuno potrà rabbrividire ma per la scienza medica e le tecniche diagnostiche potrebbe trattarsi di una rivoluzione: è il “concept” elaborato dai ricercatori pisani della Scuola di studi avanzati di Pisa Sant’Anna insieme a colleghi tedeschi, inglesi e greci. Si tratta di un robot intestinale altamente sofisticato.
Il prototipo, di cui ha parlato l’ International Journal of Robotics Research , assomiglia in tutto e per tutto ad un vermone: il suo aspetto è peraltro simile a quello di un particolare verme acquatico dalle spiccate capacità di movimento. Si tratta di un animale, e qui è il concept del prototipo, capace di sfruttare le proprie particolarissime “zampe” per spingersi non solo nell’acqua ma anche sotto la sabbia o il fango.
L’idea, dunque, è quella di consentire al robot di introdursi nel colon del paziente e, da lì, muoversi delicatamente esplorando i tratti intestinali desiderati grazie ad una rete di sofisticati sensori. Le cam inserite sul verme-robot saranno in grado, così sperano gli scienziati, di evidenziare le tracce di molte diverse patologie che oggi affliggono moltissimi pazienti in tutto il Mondo. Un concetto che evolve un precedente progetto dei ricercatori pisani.
Per capirne bene il funzionamento si può vedere questo video , un filmato che mostra l’intraprendente robottino farsi largo con delicatezza in un ambiente angusto e stretto, quello dell’intestino di un maiale.
Arianna Menciassi, ricercatrice in Robotica alla Sant’Anna, ha spiegato al New Scientist :”Abbiamo tratto ispirazione dalla biologia perché, nel particolare ambiente intestinale, forme tradizionali di locomozione robotica non funzionano. I vermi hanno sistemi di movimento adatti ad ambienti del genere, scivolosi e morbidi”.
Prima che questo nuovo strumento trovi applicazione pratica, però, ci vorrà del tempo. Andrew Gardner, dell’Università di Londra, ha spiegato che il testing del singolare robot in questo caso è ancora più rilevante che in altri: “Se qualcosa va storto potrebbe essere davvero difficile farlo uscire”.
D’altra parte, spiega Manciassi, il robottino potrebbe rivelarsi assai più efficace di tecnologie avanzate come la pillola esplorativa , un dispositivo dotato di cam che, inghiottito dal paziente, esplora l’intestino mano a mano che lo percorre.