Scavalcare gli steccati che ingabbiano i libri elettronici in ecosistemi troppo rigidi con una tecnologia che operi secondo un meccanismo provocatoriamente ingenuo. Bastano un kit Lego Mindstorms, qualche elemento di programmazione accessibile a partire dai 10 anni di età, un e-reader e un computer.
Peter Purgathofer, docente che si occupa di design e dell’interazione uomo macchina presso la Technische Universität di Vienna, ha così deciso di solleticare la coscienza di un sistema editoriale digitale ancora troppo arroccato su restrizioni del diritto d’autore che perdono di senso soprattutto quando il libro perde la sua componente cartacea.
A partire da un kit di Lego Mindstorms, ha progettato un piccolo robot copista da frapporre tra il proprio Kindle e la webcam del proprio laptop: servomotori e ingranaggi scattano solo per premere il pulsante che consente di sfogliare le pagine dell’e-reader e la barra spaziatrice del computer, per scattare una foto alla pagina di testo mostrata su Kindle. Basta un sistema di OCR per completare la copia: a partire dalle fotografie delle singole pagine si ottiene un nuovo libro digitale, il cui testo è identico a quello di partenza . Ma può essere modificato, è libero da qualsiasi protezione DRM, può fluire nei formati più disparati: è, di fatto, di proprietà del suo lettore .
“Una riflessione sulla perdita di diritti da tempo riconosciuti nel momento in cui si compra un ebook”: così Purgathofer ha definito il proprio progetto, volto a rendere tutti consapevoli del fatto che colui che acquista un ebook detiene ancora meno libertà di quando acquista il corrispettivo cartaceo, e piuttosto che essere proprietario di un libro, diventa il licenziatario di un testo sul quale può operare in maniera molto limitata, soprattutto rispetto alle potenzialità della forma digitale.
Purgathofer non ha naturalmente alcuna intenzione di utilizzare la propria macchina di Rube Goldberg per affrancare ebook dai vincoli imposti dall’industria, scardinabili con l’ausilio di ben più immediati software dal dubbio status legale. Né ha consegnato alla Rete il libro liberato con il suo progetto: “mi avrebbe creato grossi problemi”, ha dichiarato.
Gaia Bottà