Un coacervo di predatori . Questa pesantissima accusa si è abbattuta su Habbo, il social network per teenager di proprietà dell’azienda finalndese Sulake. Tutto è nato da un’inchiesta della rete televisiva britannica Channel 4 che ha messo in luce come gli utenti del sito utilizzino un linguaggio esplicitamente sessuale.
Rachel Seifert, una delle produttrici del canale, ha utilizzato Habbo per due mesi fingendosi una ragazzina di 13 anni . A detta della donna, che nel giro di due minuti è stata coinvolta in conversazioni dal contenuto chiaramente sessuale, la chat del sito è “perversa, violenta e pornografica”.
Secondo Sulake, Habbo vanterebbe 268 milioni di utenti registrati e nove milioni di visitatori al mese. Con un giro di investimenti pari a 35 milioni di euro , il sito è disponibile in 11 lingue ed è attivo in 150 paesi del mondo. Il 65 per cento degli iscritti ha un’età compresa tra i 13 e i 16 anni ma, come in tutti i social network, è molto facile falsificare la propria identità. Basti pensare che le cronache riportano che lo scorso anno un giovane di 21 anni è stato condannato a sette anni di carcere dopo aver ammesso di aver abusato di alcune ragazzine incontrate su Habbo.
Nel settembre dello scorso anno, con l’arrivo del nuovo CEO Paul LaFontaine, era stata migliorata la capacità di reazione alle segnalazioni di materiale inappropriato ma, come hanno ribadito gli addetti ai lavori, si tratta di problemi ereditari, se non addirittura “sistemici”.
Nel frattempo su Habbo cominciano ad abbattersi le prime conseguenze dello scandalo: Balderton Capital , la seconda più grande azionista di Sulake, ha restituito all’azienda finlandese il suo 13 per cento delle azioni. Balderton Capital, che finanziava Sulake da otto anni, si è detta profondamente “scioccata” per essere stata coinvolta in un business dove i bambini “non vengono adeguatamente protetti”. La scelta di Balderton è stata definita da un imprenditore di Londra come “il più vile atto di lavarsi le mani che io abbia mai visto fare da un investitore”. Al contrario, l’azienda 3i, che con una quota del 15 per cento rappresenta il più grande investitore di Sulake, ha dichiarato di voler mantenere l’impegno con l’azienda finlandese.
Dal canto suo Paul LaFontaine, definitosi “incredibilmente preoccupato”, ha avviato un’indagine e ha promesso maggiori controlli e un rafforzamento della sicurezza. Il CEO si è detto inoltre “dispiaciuto” della decisione di Balderton, ma ha ribadito che la sua maggiore priorità, al momento, è affrontare i problemi messi in luce da Channel 4 .
Habbo ha infine preso una drastica decisione : “silenziare” il sito nel corso delle indagini. Questo significa che, se un utente utilizzerà parole che un moderatore considera offensive o inappropriate, scatterà automaticamente il “silenziatore” e l’utente non potrà comunicare per circa dieci minuti.
Gabriella Tesoro