Nuova Delhi (India) – Uno dei più attesi progetti informatici voluti dal Governo indiano per dare una scossa alla diffusione del computing anche negli strati meno ricchi della popolazione arriva finalmente sul mercato locale. Si tratta del Simputer, un computer molto semplificato di cui si parla ormai da tre anni, il cui lancio è stato rimandato una infinità di volte.
Il Simputer , di cui Punto Informatico parlò la prima volta nella primavera del 2001 , è realizzato dalla società indiana Bharat Electronics, controllata direttamente dal Governo ma viene anche costruito da società a cui è stata affidata un’apposita licenza, come Encore Software .
Il problema che ha afflitto lungamente il lancio di questo device (vedi foto nella pagina) è stato essenzialmente di natura economica. In mancanza di sufficienti fondi da parte di Nuova Delhi, infatti, il progetto è stato a lungo accantonato perché fin dall’inizio è stato difficile prevedere se avrebbe o meno fatto presa sulle fasce sociali alle quali è rivolto.
Il Simputer ( qui il sito ufficiale) è un computer che, come si può vedere, non ha una tastiera (che può comunque essere connessa all’esterno), e viene usato con una stilo. Sfrutta una versione ad hoc del sistema operativo Linux e, nella versione basic, dispone di un display monocromatico, di un processore a 206 megahertz e di 64 megabyte di memoria in tutto. Al suo interno integra anche speaker, microfono e una batteria che, secondo le aziende che la producono, può durare fino a sei ore. Il Simputer può anche essere connesso ad internet.
Realizzato sostanzialmente da ricercatori volontari, da venerdì, dunque, sugli scaffali dei negozi di informatica indiani il Simputer può essere comprato ad un costo che si aggira attorno ai 150 euro. Per ora la sua limitata disponibilità consente la distribuzione nella sola area di Bangalore ma già entro una o due settimane ci si attende la distribuzione di alcune decine di migliaia di unità in tutto il paese.
Le stime di vendita formulate da una delle società coinvolte parlano di 50mila pezzi che potrebbero essere venduti da qui ad un anno.