Bangalore (India) – Puo’ un piccolo palmare, basato su software open source, sconfiggere
la penetrante onnipresenza delle multinazionali americane e, soprattutto, arrivare là dove il mercato più opulento si guarda bene dall’arrivare? Forse, ma per il momento non sembra questo il caso del Simputer , forse il più celebre tentativo degli ultimi anni di portare computing ed Internet nelle aree rurali dell’India e dei paesi in via di sviluppo.
Il produttore del dispositivo, PicoPeta , in una intervista ad Associated Press , ha svelato che le vendite non stanno andando affatto bene . L’attuale diffusione del Simputer ha infatti tradito ogni aspettativa di mercato, raggiungendo una diffusione pari a 2mila unità. Un dato poco incoraggiante ed assai lontano dall’obiettivo di 50mila pezzi.
“Il prodotto non riesce a raggiungere la popolazione rurale” – ha ammesso Swami Manohar, coinventore dei primi prototipi di Simputer presentati nel lontano 2001. Il progetto mira a smussare gli effetti del digital divide, un vero flagello per molte zone dell’Asia. Negli ultimi tempi è stato finanziato e supportato persino dal governo del Sud Africa, che ne ha osannato le potenzialità ed i bassi costi. Costi bassi per i paesi più ricchi del pianeta, ma ancora esasperanti per chi vive in sperduti villaggi. E sopravvive al ritmo dei monsoni.
Simputer avrebbe dovuto essere il computer dei “deboli” e proprio per questo, ai tempi del lancio, suscitò le simpatie di tutti i sostenitori di un futuro tecnologico più equo e privo di grandi divari tra popolazioni. Ma proprio tentando di affascinare i cittadini delle zone rurali, economicamente deboli, il palmare made in India fallisce e non conquista le masse. Da qualche tempo PicoPeta propone un redesign del Simputer, l’Amida Simputer (nella foto), ma le possibilità che abbia successo sono tutte da verificare.
Con un prezzo al dettaglio pari a 225 dollari (circa la metà del reddito annuale pro capite in India), il Simputer è certamente competitivo – ma per un mercato occidentale. Nelle regioni povere dell’Asia, bacino d’utenza ottimale per questo prodotto altamente localizzabile e di facile utilizzazione, il prezzo è ancora troppo alto.
Non solo: il dispositivo viene schiacciato dall’agguerrita concorrenza dei grandi leader multinazionali dell’hardware. HP e Dell, nonché Lenovo, puntano ormai da tempo al mercato indiano, inondando di sovvenzioni le amministrazioni locali. Il risultato è che la popolazione sembra, non troppo stranamente, preferire l’acquisto di un desktop rispetto all’allettante Simputer. Le stime parlano di un incremento positivo pari al 35% annuo , sopratutto nelle zone urbane e nei grandi distretti industriali. Per le aree extraurbane e i molti villaggi ancora poco avvezzi alle tecnologie dell’informazione, e talvolta persino alla telefonia, il Simputer rimane un oggetto sconosciuto.