Sono passati circa sei mesi dal suo avvio ufficiale , e ora sembra che il programma Quake-Catcher Network ( QCN ) dell’ università californiana di Berkeley stia iniziando a mietere i primi successi. Con poco più di 1500 iscritti , la maggior parte dei quali localizzati nei dintorni di Los Angeles e San Francisco, sfruttando semplicemente i sensori di movimenti contenuti in molti moderni laptop è oggi in grado di rilevare e misurare la portata di un terremoto. Sopperendo alla mancanza di precisione dei laptop con il loro numero.
Il progetto QCN è al contempo semplice ma ingegnoso: partendo dalla considerazione che molti moderni notebook contengono un accelerometro (spesso denominato sudden motion sensor ), impiegato per evitare danni alle parti mobili del computer come gli hard disk in caso di cadute o movimenti bruschi, gli scienziati hanno pensato di utilizzare questo sensore per misurare i movimenti del computer in ogni situazione. Il laptop misura continuamente le accelerazioni che lo châssis subisce nelle varie direzioni, provvedendo alla disattivazione del disco rigido o di altre parti per evitare danni, e queste stesse informazioni possono essere anche immagazzinate per altri scopi.
Il più delle volte questi sensori rimangono inutilizzati per l’intera durata della vita di un laptop: con QNC possono dunque trovare un impiego rispettabile. Per funzionare, il progetto si appoggia alla sperimentata rete basata sul client BOINC – lo stesso di SETI@home – attraverso il quale è possibile scambiare i dati relativi alle misurazioni. I ricercatori californiani hanno così modo di interpolare le informazioni che arrivano da diverse installazioni del software in diverse località – identificate genericamente con l’IP di partenza – eliminando con alcuni algoritmi le normali vibrazioni indotte dal semplice digitare sulla tastiera del computer.
L’accelerometro di un notebook non ha ovviamente la precisione di un sismografo professionale. La differenza sostanziale tra i due, tuttavia, è il prezzo : il primo è compreso in decine di modelli già in circolazione, il secondo può arrivare a costare anche oltre 10mila euro e va installato con tutte le accortezze per garantire che funzioni al meglio. Inoltre, aumentando drasticamente il numero di sorgenti di informazioni, gli scienziati possono tentare in qualche modo di sopperire alla mancanza di precisione del singolo sensore combinando i suoi dati con quelli forniti da altri computer vicini.
In questo modo è già stato possibile misurare alcune scosse di terremoto, la più significativa delle quali è stata di 5,4 punti sulla scala Richter , con risultati sovrapponibili a quelli ottenuti dalle apparecchiature professionali. Inoltre, i sensori dei laptop sono costruiti in maniera tale da poter registrare con maggiore libertà anche i picchi delle scosse: i sismografi vengono progettati per tenere conto anche delle vibrazioni più insignificanti, con una risoluzione molto alta, riducendo però inevitabilmente il loro “fondo scala”. Al contrario, i sudden motion sensor sono tarati su valori più alti, e dunque possono fornire stime più attendibili sulla portata effettiva degli eventi tellurici.
Il limite attuale del programma QNC è la effettiva capacità del software di associare le informazioni raccolte con un singolo punto della superficie terrestre. Nei laptop ci sono gli accelerometri ma non il GPS , e i dati forniti dagli indirizzi IP da soli non consentono di collocare nello spazio le informazioni ottenute con la precisione auspicabile. Prima o poi, comunque, anche le antenne per il geoposizionamento entreranno a far parte della dotazione hardware di un notebook: a quel punto la rete QNC potrà essere integrata a quella dei sismografi per consentire di ampliare le informazioni a disposizione degli scienziati. Aumentare il tempo di pre-allerta in caso di terremoto imminente è l’obiettivo finale di questo tipo di ricerca.
Luca Annunziata