Il soldi online si regalano

Il soldi online si regalano

Habbo fa milioni di dollari grazie a microtransazioni e piccoli gadget virtuali. E non è il solo. La via per monetizzare il social network passa di qui?
Habbo fa milioni di dollari grazie a microtransazioni e piccoli gadget virtuali. E non è il solo. La via per monetizzare il social network passa di qui?

Ma chi l’ha detto che non si possono fare soldi con i mondi virtuali? Habbo Hotel, uno degli spazi digitali più noti e frequentati dai giovanissimi, ha dichiarato entrate per milioni di dollari nel 2008. Larga parte del fatturato viene dalla vendita di regalini virtuali del valore di pochi centesimi. Un modello a quanto pare realizzabile per lo sviluppo di business online.

I dati sono stati presentati da Sulake, l’azienda che presiede alla gestione commerciale di Habbo, con un comunicato . Il fatturato complessivo dichiarato con riferimento all’esercizio 2008 è pari a 74 milioni di dollari (circa 50 milioni di Euro). Di questi, oltre l’80 per cento sono stati realizzati attraverso l’acquisto di beni virtuali quali arredamento, abiti o regali da parte dei frequentatori di Habbo Hotel.

“Una parte importante delle nostre entrate viene da micro-transazioni di importo limitato. E tipicamente, questo tipo di servizi di comunicazione/ divertimento sopravvive bene nei periodi di crisi economica” ha detto a PaidContent Outi Henriksson, responsabile vendite dell’azienda. La quota restante delle entrate viene da ricavi pubblicitari e dai contratti di sponsorship stipulati da Habbo con partner come Nokia, Burger King e Paramount Pictures.

Fondata nel 2000, Sulake-Habbo riceve finanziamenti da diverse società di venture capital : lo spazio online dichiara 11,5 milioni di visitatori unici al mese, e secondo i dati sarebbero già oltre 120 milioni i characters già creati al suo interno. Nella sua sede, ubicata nelle vicinanze di Helsinki, lavorano 300 persone.

Quello proposto da Habbo, fa notare TechCrunch , è un modello di business potenzialmente promettente. Anche perché, a fronte di costi marginali di produzione tendenti a zero, la vendita dei beni virtuali (anche a prezzi ridottissimi) si riduce in ritorni immediati per l’azienda.

Ed è forse anche per questo che il modello sembra fare proseliti anche al di là delle pareti dell’Hotel di Habbo. Il social network e portale cinese Tencent , ad esempio, ha dichiarato per il quarto trimestre 2008 una crescita di fatturato dell’ordine dell’80 per cento rispetto al 2007. Ed anche in questo caso larga parte delle entrate viene dalla vendita di regalini digitali e virtual wallpaper , impiegati dagli utenti all’interno del gioco online QQ, e del social network collegato Q Zone.

Nei giorni scorsi anche Hi5 , un altro importante social network, ha dichiarato l’intenzione di intensificare le attività di vendita di gadget virtuali nei propri spazi. Nei mesi passati Hi5 era stato colpito fortemente dalla crisi, vedendosi costretto a fare a meno di metà dei suoi dipendenti.

Giovanni Arata

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
6 apr 2009
Link copiato negli appunti