Milano – Cellulari e altri dispositivi portatili sono il rifugio a cui i bambini fanno ricorso sempre più spesso per dimenticare l’assenza dei propri genitori. È questa, in estrema sintesi, la desolante situazione ritratta dal Movimento Difesa del Cittadino nel secondo Rapporto sui consumi dei minori presentato la scorsa settimana, da cui emerge che l’84% dei ragazzi tra gli 8 e i 15 anni possiede un proprio telefonino.
L’ indagine ha coinvolto 2.693 studenti di età compresa tra gli 8 e i 15 anni, a cui sono state poste 35 domande sulle nuove tecnologie, e sull’uso del telefonino da parte dei baby-utenti: la metà di essi arriva ad avere un cellulare già intorno ai 9/10 anni. Hanno sempre il cellulare in tasca (76,6%), scelto in base alla moda, alla pubblicità, o al passaparola tra amici (42,7%). Non manca, tra i minorenni, una certa attenzione agli spot della telefonia mobile anche per avere informazioni su nuovi modelli o offerte tariffarie.
Tra le spese più frequenti, le operazioni di televoto e gli SMS inviati a parenti e amici, strumento di comunicazione immediato ed economico. Tra le caratteristiche tecniche più apprezzate nei cellulari, la presenza di foto/videocamera. “A questo proposito – rifeeisce MDC – quasi il 48% dei ragazzi, soprattutto i più piccoli, crede non ci sia niente di male nel fotografare o filmare con il cellulare una persona senza chiederle il permesso”.
“Il quadro che emerge dall’indagine, che è la prima di questa ampiezza in Italia, – dichiara Antonio Longo, Presidente MDC – è a tinte contrastanti: da una parte ci tranquillizza sull’uso che i nostri ragazzi fanno del cellulare, dall’altro evidenzia una sempre più crescente “solitudine” dei bambini, che vengono dotati da genitori di cellulare, Ipod, videogiochi, senza che si guardi all’uso che ne fanno. Gli adulti si liberano sempre più dei bambini e li consolano di disattenzione consegnando loro la nuova “coperta di Linus”, il cellulare. I ragazzi si chiudono dietro le cuffie dell’IPOD e del cellulare isolandosi da chi gli sta attorno e proiettandosi in un mondo spesso irreale. Dobbiamo recuperare la dimensione della presenza fisica dei genitori, dei nonni, dei fratelli, senza demonizzare le nuove tecnologie ma anche senza usare queste per lavarci la coscienza”.
Francesca Corso, assessore alla tutela dei consumatori e ai diritti dei bambini e delle bambine della Provincia di Milano, ha messo in evidenza il rapporto sempre più stretto tra bambini e nuove tecnologie e la necessità di educare i ragazzi a un consumo consapevole: “La straordinaria dimensione del problema e il suo portato di innovazione porta a due possibili reazioni: la prima reazione coglie lo sviluppo del senso critico, delle conoscenze legate all’uso delle tecnologie da parte dei minori e, quindi, tende a enfatizzarlo; la seconda, coglie i pericoli, la possibile mancanza di controllo degli adulti nell’universo rete delle nuove tecnologie e quindi tende a un controllo che può sfociare nella proibizione. Occorre, invece, avere un altro approccio, che è quella del governo consapevole e responsabile di questo rapporto”. “I minori sono consumatori – ha aggiunto l’assessore Corso – sia pur particolarissimi. Orientano i consumi della famiglia diventando in qualche modo sponsor dell’acquisto dei prodotti. E sono anche consumatori di domani, e perciò condizionati per l’abitudine al consumo di oggi. Da ciò, la necessità per educazione dei bambini al consumo consapevole in generale e, in particolare, dei prodotti ad alta tecnologia”.
Luigi Roffia, Dirigente Responsabile dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo e Referente Regionale dell’Osservatorio sul bullismo della Lombardia, ha dichiarato: “È sbagliato affidare al cellulare il compito di controllo parentale, o meglio esistono contesti come quello scolastico in cui non è necessario controllare il bambino”. Una riflessione di Roffia anche sul bullismo: “il fenomeno esiste ma la tecnologia non fa altro che amplificarlo”. E Angelo Parente, direttore tecnico Polizia Postale, suggerisce ai genitori di non lasciare mai i bambini soli davanti al computer, e ai ragazzi di non inviare mai immagini di sé agli sconosciuti e di non farsi ritrarre in atteggiamenti intimi.
Dario Bonacina