Ross William Ulbricht resta in galera, ma il mistero di Silk Road non fa che infittirsi: il presunto Dread Pirate Roberts (DPR), responsabile della gestione del servizio di compravendita illegale attivo su Tor e recentemente sequestrato dall’FBI, nasconderebbe un “tesoro” molto più consistente dei 122 milioni di dollari in BTC rinvenuti dal Bureau statunitense sul laptop di Ulbricht.
L’ipotesi arriva da un nuovo lavoro di ricerca sul mercato dei Bitcoin realizzato da Dorit Ron e Adi Shamir presso il Weizmann Institute israeliano, una ricerca in via di pubblicazione che scava all’interno delle transazioni Bitcoin e identifica movimenti sospetti forieri di ipotesi molto suggestive per l’intero mondo dei BTC.
Ron e Shamir dicono in particolare di aver individuato un trasferimento di ben 1.000 Bitcoin avvenuto il 20 marzo del 2013, una transazione avvenuta tra un account controllato dal succitato Ulbricht e un altro creato nel gennaio del 2009 – vale a dire agli albori dello “startup” dell’intero network crittografico alla base della discussa moneta virtuale.
Non si tratta del comportamento di un cliente tipo di Silk Road, spiegano i ricercatori, e la storia di uno degli account coinvolti potrebbe suggerire il coinvolgimento del creatore di Bitcoin Satoshi Nakamoto. Almeno per il momento, avvertono i ricercatori, si tratta solo di un’ipotesi.
E per quanto riguarda il “tesoro” nascosto? Gli scienziati israeliani ipotizzano che quei 122 milioni di dollari sequestrati a DPR rappresentino in realtà solo il 22 per cento dei fondi Bitcoin accumulati dal boss di Silk Road. La caccia continua.
Alfonso Maruccia