Nasce in California il prototipo del micro-microscopio. Progettato al Caltech Institute è già una vera e propria rivoluzione: dalle dimensioni ridottissime, funziona senza lenti ed è in grado di fornire immagini nitide grazie ad un sensore CCD identico a quello utilizzato nelle fotocamere digitali. I ricercatori gongolano: le prospettive di utilizzo sono ampie, soprattutto in ambito medico. Il device potrebbe essere un punto di svolta, con un costo di produzione che non supera i 10 dollari, anche se mancano ancora informazioni precise sulle reali capacità di ingrandimento di questo prototipo.
Il dispositivo è frutto di un abile mix di tecnologia computer-chip e microfluidica digitale , scienza che studia gli effetti della canalizzazione dei fluidi in sezioni capillari. Non più grande di una moneta, permette di ottenere immagini con una risoluzione pressoché simile a quella ottenuta da un tradizionale microscopio con lenti.
Ciò che spiazza è la facilità di realizzazione del device: uno strato di metallo è saldato su un comune sensore CCD, dove si crea una linea costituita da piccoli fori distanziati di cinque millesimi di millimetro e con diametro pari a meno di un milionesimo di metro. Ad ogni foro corrisponderà un pixel del sensore. Al di sopra di essa viene posto un canale in cui scorre il fluido da analizzare. Per l’illuminazione, basta quella naturale. Il fluido, scorrendo, ostruisce i fori e blocca il passaggio della luce. Ciò rende possibile ricostruire le immagini degli oggetti basate sulla variazione dell’intensità della luce nei fori. Ad ispirare il progetto sarebbero stati i cosiddetti floater , gli ammassi di cellule morte e altri detriti presenti nell’occhio, spesso visibili osservando il cielo limpido.
Il nuovo dispositivo rischia seriamente di rimpiazzare altri costosi ed ingombranti macchinari: “La nostra ricerca è giustificata dal fatto che i microscopi sono in circolazione sin dal sedicesimo secolo, e hanno subito ben pochi restyling al design originario – ha dichiarato Changhuei Yang, assistente professore di Ingegneria Elettronica e Bioingegneria al Caltech – Il nostro nuovo prototipo lavora secondo un diverso principio e ci permette di lavorare senza lenti ed ingombranti elementi ottici”. “Il dispositivo è estremamente compatto – prosegue il docente – potrebbe essere alloggiato in un telefono cellulare, utilizzando semplicemente l’energia solare per l’illuminazione, rendendolo economico e quindi molto appetibile per progetti dedicati ai paesi in via di sviluppo”.
Ed è proprio il prezzo il punto di forza del microscopio: ogni esemplare avrebbe costi di produzione non superiori ai 10 dollari. Gli usi possibili sono molteplici: permetterebbero, tra l’altro, di effettuare vari test clinici anche in paesi in via di sviluppo. “Potremmo installare centinaia di migliaia di microscopi su un singolo dispositivo, grande non più di un IPod, permettendo di analizzare diversi organismi alla volta” rilancia Changhuei Yang.
Il nuovo arrivato segna una svolta tecnologica al limite della fantascienza. Per certi aspetti, richiama alla mente il tricoder visto sino ad ora solo sugli schermi televisivi, e potrebbe costituire l’elemento base per la realizzazione di sofisticati congegni. Una tecnologia che vede anche in altri prototipi, come gli scanner a raggi T , macchine innovative che, a fronte di un minor spreco di denaro ed energia, permettono di effettuare analisi sui pazienti senza favorire l’insorgere di particolari effetti collaterali. Macchine in grado di migliorare i sistemi adottati attualmente per effettuare lo screening delle condizioni fisiche del paziente.
Vincenzo Gentile