I risultati fiscali presentati nella nottata da Apple ci dicono poco di nuovo, niente che non fosse immaginabile osservando tanto i movimenti di mercato di questi mesi, quanto quelli di Apple (che in questo inizio d’anno, così come nel 2013, si sta mostrando avara di novità). E dipingono un quadro a tinte contrastate.
Veniamo al dunque: Apple ha annunciato un fatturato trimestrale pari a 45,6 miliardi di dollari, il 5 percento in più rispetto ai 43,6 miliardi di dollari dello scorso anno. L’utile netto riesce invece ad ottenere una performance migliore passando dai 9,5 miliardi di dollari dello scorso anno ai 10,2 miliardi di dollari attuali: un incremento del 7,4 per cento che evidenzia come anche il margine lordo sia leggermente migliorato, arrivando al 39,3 per cento rispetto al 37,5 per cento dello stesso trimestre di un anno fa. Per concludere il panorama sui numeri totali, segnaliamo che l’utile suddetto corrisponde a 11,62 dollari per azione diluita (da confrontare con i 10,09 dollari del secondo trimestre 2013).
Forse qualcuno crede che questi risultati non rappresentino nulla di speciale eppure, nel momento in cui scrivo (immediatamente dopo la presentazione), il titolo AAPL sta segnando un incremento del 8,34 per cento nel mercato After Hours. Difficile comprendere appieno certi movimenti, ma in questo caso possiamo trovare almeno tre motivi che possono contribuire a spingere verso l’alto il valore della casa della mela: il primo, il più scontato, è che i risultati hanno superato le previsioni degli analisti (che, pur avendo intuito l’aumento dei profitti, avevano pronosticato uno stallo dei ricavi); il secondo è che le previsioni per il trimestre in corso parlano di un fatturato previsto tra i 36 e i 38 miliardi di dollari, nuovamente in crescita rispetto ai 35 miliardi dello scorso anno. L’ultimo, a mio avviso più importante (ma probabilmente sottovalutato) è che Apple è riuscita ad ottenere questo risultato pur senza annunciare grosse novità, a parte il Mac Pro di inizio anno: questo significa che, tra aggiornamenti e nuovi prodotti, Apple ha grosse potenzialità di crescita da qui alla fine dell’anno.
Il fatturato Apple per dispositivo
Ma entriamo, per quanto concesso, nel dettaglio dei singoli prodotti scoprendo quali sono gli alti e i bassi di Apple: partiamo dal numero più eclatante, quello degli iPod. Con meno di 3 milioni di unità vendute, il lettore musicale di Cupertino segna un dimezzamento delle vendite rispetto allo scorso anno e rappresenta ormai una fetta pari al 1 per cento del fatturato totale della mela. Non sorprende quindi che Apple non investa più di tanto in un mercato considerato ormai in declino , sempre più cannibalizzato dagli onnipresenti smartphone e magari, prossimamente, anche dagli smartwatch .
Se il declino degli iPod era pressoché scontato, più difficile immaginare la tenuta dei Mac che, anzi, fanno segnare un incremento del 5 per cento in termini di unità vendute (poco più di 4 milioni), nonostante lo stallo generalizzato del mercato dei personal computer, e nonostante la sostanziale mancanza di novità di Apple: è vero che è arrivato il nuovo Mac Pro, ma la disponibilità di quest’ultimo è ancora molto limitata, e il fatto che il fatturato del comparto Mac sia cresciuto solo del 1 per cento dovrebbe indicare che le macchine vendute sono altre. I Mac rappresentano poco più del 12 per cento del fatturato di Apple, una fetta irrisoria se pensiamo a quando la casa della mela faceva solo computer, una fetta importante se pensiamo all’attuale situazione di mercato (soprattutto se pensiamo che i Mac sono comunque sempre in crescita, sia in numero assoluto che rispetto alla concorrenza ).
Arriviamo infine ai due prodotti che maggiormente rappresentano la Apple di questi ultimi anni, sia in termini di immagine che di fatturato: iPad e iPhone. Il tablet della mela morsicata, con 16,35 milioni di unità vendute, segna un calo del 16 per cento rispetto allo scorso anno, anche se va ricordato che nel 2013 in questo stesso trimestre ci fu un incremento del 65 per cento che rende difficile il paragone: nella conferenza stampa che ha fatto seguito alla presentazione dei dati, Cook parla anche di questioni tecniche legate ai diversi movimenti di magazzino (lo scorso anno aveva visto un accumulo di richieste inevase di iPad mini, soddisfate nel mese di marzo). Scusanti a parte, è innegabile che iPad, dalla sua posizione dominante (conquistata anche grazie al vantaggio temporale con il quale si era proposto sul mercato nel 2010) stia ora “subendo” la rimonta dei dispositivi Android, guidata principalmente dai dispostivi a basso costo.
Questo non significa che Apple può dormire sonni tranquilli, anzi, la battuta di arresto dell’iPad, in un momento in cui il mercato sta vivendo un vero e proprio boom di richiesta dei tablet, dovrebbe far ripensare ad alcune strategie di Cupertino: non è tanto il fatto di aver perso quote di mercato rispetto ad una concorrenza a basso costo a dover preoccupare, quanto il fatto di aver registrato un calo di vendite in un periodo particolarmente favorevole. Forse è anche per questo che il mese scorso Apple ha tolto dal mercato il vecchio iPad 2 per sostituirlo con un prodotto più appetibile e recente. E forse i risultati di questa operazione saranno visibili nei prossimi dati trimestrali, anche se il trimestre in corso è quello che storicamente registra le performance peggiori dell’anno.
Fortunatamente per Apple, la fetta maggiore di fatturato (57 per cento) arriva da iPhone e proprio lo smartphone della Mela, con i suoi 43,7 milioni di unità vendute, salva nuovamente i conti di Apple totalizzando oltre 26 miliardi di dollari, contro i 23 dello stesso trimestre dello scorso anno. Nonostante ci sia chi dipinge un iPhone ormai in declino per via del suo prezzo alto e dello schermo piccolo (e a tal proposito, la prossima versione del melafonino, potrebbe riservare delle importanti novità ), iPhone tiene ancora il ritmo della concorrenza, e lo tiene in un panorama dove gli avversari più agguerriti hanno già giocato le loro carte, mentre la prossima generazione iPhone è ancora lontana.
Nonostante nel complesso Apple sembri procedere un po’ a rilento, Tim Cook ha sottolineato che negli ultimi 18 mesi sono state acquisite 24 aziende (e non è finita), e i risultati di questa strategia saranno probabilmente (e sperabilmente) visibili a breve. Il business di iTunes procede bene , Apple ha oltre 800 milioni di utenti registrati con tanto di carta di credito nel database. Infine, oltre all’ormai consueto programma di “buyback” delle azioni che verrà comunque ulteriormente rilanciato, Apple ha anche annunciato di aver programmato per il prossimo giugno uno “split” delle azioni (7 a 1): tutte mosse utili a far apprezzare il titolo in Borsa, e che si sommano a dividendi e altre manovre finanziarie per rilanciare anche sotto questo profilo il marchio.
Per il resto, la WWDC si avvicina e molto si giocherà su iOS 8 e sulla sua integrazione con i prossimi dispositivi. Confidando nel fatto che anche i Mac non vengano dimenticati, e che ci siano finalmente novità concrete da commentare.
Domenico Galimberti
blog puce72
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