Secondo quanto riferito da Bloomberg i produttori di contenuti televisivi potrebbero trarre maggiori proventi scegliendo il Web , e non la televisione, come strumento di diffusione per film o serie TV.
Citando come esempio I Simpson e C.S.I. appare infatti che l’audience dello stesso prodotto sia maggiore su piattaforme come Hulu.com , che vede tra i suoi investitori nomi eccellenti quali News Corp e Walt Disney, piuttosto che sui canali televisivi tradizionali. Ciò sarebbe dimostrato dalle cifre che sono disposti a pagare gli inserzionisti: si parla di qualcosa come 60 dollari ogni mille visualizzazioni . Un episodio dei Simpson produce infatti guadagni tre volte superiori per ogni spettatore che lo vede sulla Rete piuttosto che in TV.
A conferma di questo trend è intervenuto anche da David Poltrack di CBS, che ha tra le sue produzioni proprio C.S.I. : “Chi investe soldi in questo tipo di advertising – spiega – è ben consapevole che chi guarda un programma attraverso il computer lo fa di proposito, senza distrazioni e assorbendo appieno il messaggio pubblicitario”.
Non è però tutto oro quel luccica: la disponibilità di contenuti a qualsiasi orario può ridurre sensibilmente il numero di spettatori del prime time . I broadcaster dovrebbero decidere su quale canale puntare le loro strategie commerciali : telematico o televisivo? La scelta potrebbe non essere così scontata. (G.P.)