Roma – Certo, per l’Italia sarebbe proprio un bel sogno da realizzare: navigare gratuitamente seduti nel mezzo del verde di uno dei parchi pubblici di Roma, circondati dalla storia della nostra civiltà. Un bel sogno che è già realtà nel resto del mondo tecnologico e che invece da noi (complice una legislazione assolutamente originale predisposta dal governo Berlusconi) fino a qualche giorno fa era vietato ed, oggi, invece possibile solo in parte.
A realizzarlo ci prova per primo il Comune di Roma che, insieme ad un consorzio di imprese, darà vita alla prima copertura Wi-Fi di uno spazio pubblico aperto. Roma senza fili , questo il nome dell’iniziativa, comincerà con i parchi più belli della capitale: inaugurazione prevista il prossimo 28 luglio per sperimentare la connessione da Villa Borghese. Sarà poi la volta, nei prossimi mesi, di Villa Ada, Villa Doria Pamphili, Villa Torlonia. Dal Comune fanno sapere che si tratta di una “presentazione che può servire a dare la scossa all’attuazione del progetto”, come dire che ora tutti sanno e bisogna lavorare ancora sodo per concretizzarlo. Ma si è effettivamente ad un passo.
Come nasce il progetto?
“La disponibilità di banda larga – spiega a Punto Informatico l’ingegner Francesco Loriga, ingegnere dell’assessorato semplificazione e comunicazione del Comune di Roma – è considerato un elemento essenziale di efficienza nelle dotazioni infrastrutturali di un’area metropolitana. La banda larga apre notevoli opportunità per le comunità cittadine, per le amministrazioni locali e per le organizzazioni produttive sia dal lato della fruizione che dell’erogazione dei servizi. Per questa ragione la banda larga è strategica per aumentare il livello di benessere e, nello stesso tempo, di competitività di aree urbane che hanno sempre più bisogno di gestire e condividere informazioni e comunicazioni. Le nuove tecnologie wireless costituiscono una componente strategica per una piena connettività alla banda larga”.
Il modello Philadelphia
Cose già capite e messe in pratica nelle più grandi città all’estero. Per questo l’amministrazione Veltroni tiene d’occhio i progetti più rilevanti come quelli di New York (Los Angeles sta realizzando un progetto simile) e Philadelphia, dove le amministrazioni comunali si accingono a far realizzare grandi infrastrutture Wi-Fi nel tessuto urbano. In entrambi i casi si è attribuita particolare attenzione al ruolo pubblico e alla definizione di modelli di business che garantiscano la sostenibilità e l’equità dell’investimento pubblico, così come la continuità nella futura gestione. New York, analogamente a Los Angeles, propone un modello di rete basata sulle esigenze di sicurezza della amministrazione comunale: dotare polizia e vigili del fuoco di palmari Wi-Fi per le applicazioni quotidiane. Philadelphia, invece, propone un modello di rete finalizzato a più scopi: dalle politiche di riduzione del digital divide, ai servizi e-gov fino al supporto alle attività commerciali.
E’, infatti, molto probabile che anche a Roma si sfrutti il modello Philadelphia . “Con due differenti tipi di business model: Cooperative Wholesale e Non profit. Nel primo caso l’amministrazione comunale contratta gli sforzi economici di un operatore che gestisce la infrastruttura, nel secondo, invece, a gestire la infrastruttura è una società non profit. La scelta della apposita commissione a Philadelphia è caduta su un ibrido tra i due sistemi”. Ecco allora che, sebbene la sperimentazione del progetto romano sia destinata a durare un anno e ad essere gratuita per tutti – ma limitatamente ad un’ora giornaliera -, nel futuro c’è da aspettarsi un vero sfruttamento economico del nuovo mercato capitolino da parte delle imprese.
Sono già al vaglio studi per il pagamento con carta di credito e carte prepagate con prezzi “stracciati” (assicurano dall’amministrazione romana) e abbonamenti settimanali e mensili . Sul tema, al momento, non c’è nulla di sicuro ed il dibattito sarà ancora lungo e riguarderà l’intera gestione del nuovo mercato. In ogni caso sarebbe garantita una certa fascia gratuita da considerare come “servizio pubblico” volto alla eliminazione del digital divide.
“In fondo non è una cosa peregrina – continua l’ingegner Loriga – nelle quasi 40 biblioteche romane esiste già un servizio di prenotazione gratuita di postazioni con PC collegati gratuitamente ad Internet della durata di un’ora. La cosa sarà ovviamente possibile anche con il Wi-Fi”.
Il costo dell’intera operazione non sarebbe chiaramente quantificato e quantificabile.
Secondo l’amministrazione comunale per “l’infrastrutturazione” – cioè l’installazione delle antenne ed il collegamento alla rete (anche attraverso la fibra ottica) – il costo sarebbe di “alcune decine di migliaia di euro”. Tutto dipende, però, dalla ubicazione dell’area da coprire e dalla sua lontananza alle principali centrali di collegamento alla rete. “In ogni caso, almeno per questa prima fase”, conferma Loriga dell’assessorato semplificazione e comunicazione, “il costo è interamente sopportato dalle imprese del consorzio . Saranno sempre le imprese che pagheranno la connettività del primo anno, gratuita per gli utenti”.
La fase di sperimentazione riguarderà quindi la predisposizione degli hot spot che permetteranno, in un raggio di 50-100 metri , la connessione ad Internet in banda larga attraverso computer portatili, palmari e telefonini di nuova generazione.
Ma ci sarà anche una sperimentazione dei contenuti , cioè “come la tecnologia wireless possa essere utilizzata per servizi pubblici e privati avanzati nel campo della sicurezza, del turismo, del traffico, della scuola, dell’edutainment (imparare divertendosi)”. In altre parole accedere ad una serie di contenuti speciali legati alle opportunità commercial-culturali del luogo dal quale il navigatore si collega. L’accesso ai vari nodi di connessione avverrà attraverso una registrazione in una sezione specifica integrata nel portale del Comune di Roma .
Dovrebbero quindi partire nei prossimi giorni i lavori per la copertura di Villa Borghese. Nell’area saranno creati circa 15 hot spot . Le principali collocazioni ipotizzate sono presso: Casa del Cinema, Giardino Zoologico, Postazione Piazza di Siena, Museo Borghese, Ufficio centro storico, Casina Valadier.
La banda sarà fruibile dagli utenti sui protocolli di comunicazione Wi-Fi 802.11b e 802.11g che permettono nel primo caso, una ricezione fino a 11 Mb/s e nel secondo caso, fino a 54Mb/s. Ciascun hot spot è in grado di soddisfare un numero contemporaneamente di circa 50 utenti attivi che potranno così navigare su Internet e fruire dei servizi che via via verranno messi a disposizione. Gli hot spot saranno legati alla rete mediante connessioni XDSL oppure direttamente con fibra ottica .
“La partecipazione degli hot spot”, assicurano gli estensori del progetto, “al fondo elettromagnetico è irrilevante”. La segreteria e l’assistenza per gli utenti, nonché l’opportuna segnaletica che permetta l’individuazione delle aree coperte dal segnale sarà svolta dal Comune di Roma.
Bisognerà anche confrontarsi con problemi più strettamente burocratici come superare l’ostacolo della Soprintendenza ai beni culturali . Eh sì, perché trattandosi di Roma e di luoghi di grande valore artistico anche posizionare le antennine (che non sono esattamente dei mostri) potrebbe essere cosa non semplice e nemmeno veloce.
E dietro l’angolo c’è sempre la legge che finora non è che sia stata proprio liberista, ma al riguardo al Comune di Roma hanno una interpretazione “estensiva”. “In effetti – spiega ancora il responsabile dell’innovazione tecnologica del Comune, Francesco Loriga – la legislazione precedente consentiva ugualmente la copertura dei parchi. Infatti la norma, anche prima dell’ ultima modifica , parla di luoghi circoscritti che secondo noi non devono essere intesi per forza di cose come luoghi chiusi . Anche un parco pubblico è un luogo circoscritto e ben definito. Allora la legge permette già l’attuazione del nostro progetto ma siamo sicuri che si andrà sempre più verso una apertura ed il pieno utilizzo del Wi-Fi”. Obiettivi attesi
Dalla relazione al progetto è possibile capire i traguardi che l’amministrazione e le imprese intendono raggiungere. Per cominciare è opportuno “dotare la città di una rete che completi, in sinergia con le reti di telefonia fissa e mobile, la disponibilità di banda larga”. Poi bisognerà “consentire l’incremento costante per quantità e qualità dei servizi erogati su scala cittadina attraverso l’interessamento di aziende attive nella produzione di servizi interattivi”.
Ed ancora: “-creare sistemi e meccanismi di pricing particolarmente favorevoli alla diffusione dei servizi; -dotare di uno strumento di comunicazione l’amministrazione comunale e le organizzazioni e gli enti collegati (ad esempio, Vigili Urbani e aziende municipalizzate di servizi pubblici STA, Atac, Acea, ecc.); -garantire un miglioramento qualitativo nell’offerta turistica posizionando Roma per prestigio e per effettiva qualità del servizio al pari delle altre città europee; -migliorare la qualità reale della vita in città con l’uso del Wi-Fi a scopi di sicurezza; -aumentare l’attrattività della città per investitori esterni”.
I partner e i promotori
Il progetto “Roma Wireless” è stato elaborato dal Distretto dell’Audiovisivo e dell’Ict , un mega consorzio di imprese che opera nei settori dell’informatica, delle telecomunicazioni, del networking e dei media. E’ patrocinato dal Comune di Roma, dall’Unione degli Industriali e dalla Camera di Commercio di Roma. Ne fanno parte circa 60 imprese tra le quali Unidata (che ha messo a disposizione la sua rete proprietaria), IBM, Cosmic, 5Emme, Progesi, Èulogos, Getronics, Centro Mezzelani, Cisit, Edinet, e-Solution. Ma tutte le imprese che lo riterranno opportuno potranno entrare a far parte del grande progetto.
Una Delibera di Giunta dell’8 luglio 2003 affida al consorzio una serie di iniziative nel campo tecnologico; gli obiettivi sono: “a)dotare Roma di un’infrastruttura di rete a banda larga capiente e diffusa in modo omogeneo entro il 2008; b) sviluppare i settori collegati all’Information Technology ed alla fornitura di contenuti; c) favorire l’accesso condiviso da parte degli operatori di servizi alle reti; d) limitare i disagi della cittadinanza evitando reiterati scavi nelle medesime strade; e) abbassare gli oneri per gli operatori nella costruzione delle loro reti di servizio”.
Nel sito del consorzio si legge: “Il Distretto vuole essere un laboratorio di idee e di progetti, un propulsore di iniziative, uno stimolatore di politiche su tre direttrici: 1. aumento dei fattori di competitività territoriali e aziendali; 2. attivazione di finanziamenti; 3. strumento di policy di settore”.
Direttore è Giandomenico Celata, presidente onorario è Mario Rosso (ANSA), Presidente Giuseppe Tronchetti Provera ( Finsiel), Vice Presidenti sono Gianrodolfo Bertoli (UIR), Giancarlo D’Alessandro (assessore lavori pubblici Comune di Roma), Franco Calvani (Camera di Commercio di Roma).
Parlano gli amministratori
Il sindaco Walter Veltroni, insieme all’assessore al Lavori Pubblici, Giancarlo D’Alessandro, e l’assessore alla Semplificazione, Mariella Gramaglia, ha chiarito la filosofia del progetto: “Il nostro sforzo è di creare una doppia identità, quella di città archeologica e di metropoli tecnologica. La prima fase della sperimentazione è rivolta ai parchi perché rappresentano i centri della “vita culturale”, ma tra un anno partirà la seconda fase e quando il nuovo standard Wimax, che ha una portata di trasmissione fino a 25 km con capacità oltre i 50 Mbits, sarà ottimizzato per l’uso, allora la banda larga senza filo arriverà in tutte le aree della Capitale”.
“Roma Wireless – ha sottolineato l’assessore Giancarlo D’Alessandro – è il primo esperimento nel suo genere nato in Italia, rappresenta quindi un apripista per le nuove “reti invisibili” su tutto il territori nazionale”.
La roadmap
Romani, occhio al calendario e pronti a scappare nei parchi per navigare:
– 28 luglio Villa Borghese
– 28 settembre Villa Torlonia
– 28 ottobre Villa Ada
– 28 novembre Villa Doria Pamphili
– 28 novembre presentazione seconda fase di sperimentazione
Alessandro Biancardi