Le radiazioni degli apparecchi WiFi potrebbero costituire una concausa delle manifestazioni più acute dell’autismo. Questo è quanto emerge da un’analisi inizialmente pubblicata da Australasian Journal of Clinical Environmental Medicine a cui si van cercando riscontri.
L’autismo, benché non siano noti con certezza i motivi che lo determinano, si ritiene comunque connesso alla tossicità dei metalli pesanti. Il dottor George Carlo , che da anni indaga gli effetti delle radiazioni elettromagnetiche, ha rivelato che potrebbe esservi una connessione tra autismo e tecnologia wireless , conducendo una serie di test su bambini autistici tra il 2005 e il 2006.
“I risultati sono correlati ad altri studi, che evidenziano reazioni negative delle membrane cellulari e alterazioni della normale fisiologia delle cellule. Le radiazioni elettromagnetiche sembrano agevolare l’intrappolarsi dei metalli nelle cellule, rallentandone i processi e accelerando l’insieme dei sintomi (dell’autismo, ndR)”, spiega il dott. Carlo.
Conclusioni che non convincono Kenneth Foster, del dipartimento di ingegneria della Penn University . Ha condotto 300 diverse misurazioni, in 50 siti diversi di quattro paesi (America, Francia, Germania e Svezia): i segnali WiFi sono risultati assolutamente sicuri . “In tutti i casi i livelli rilevati sono ben al di sotto dei valori di sicurezza internazionali – ha spiegato Foster – Le istituzioni di tutela come la World Health Organisation hanno ripetutamente esaminato ogni evidenza scientifica e hanno concluso che non esiste alcuna tesi convincente in grado di dimostrare i rischi da energia a radiofrequenza, quando il livello sia al di sotto dei valori indicati nelle linee guida internazionali”.
In rete il tam tam è fittissimo e ricco di battibecchi tra chi lancia allarmi, chi tenta di sventare i rischi per il business e chi addirittura dice il contrario : rivelazioni di questo tipo sollevano sovente polveroni e si prestano, purtroppo, a facili strumentalizzazioni. Se è intuitivo che le onde elettromagnetiche, in assoluto, possano non essere innocue – sono pur sempre una forma di energia – è anche vero che l’evidenza scientifica, ancora oggi, non ha dimostrato incontrovertibilmente che, gestite nei limiti, siano classificabili come causa scatenante.
Marco Valerio Principato