Roma – A Chicago la rete cittadina senza fili non si farà : il comune non ha raggiunto un accordo con Earthlink e AT&T, i due provider che avevano avanzato proposte in merito, e il progetto di una connettività wireless disponibile ad ogni angolo di strada pare definitivamente naufragato. Problemi per il WiFi anche nella altre città americane, con i costi che lievitano e la crescente concorrenza delle linee via cavo sempre più economiche e accessibili.
L’amministrazione della “Windy City”, riporta ars technica , non ha trovato conveniente sposare l’idea di pagare per usare la rete per i propri servizi interni, modello che già ha funzionato bene per il network di Philadelphia , così come ha tracciato una linea apparentemente insormontabile per il costo totale dell’operazione di installazione dei nodi di connessione preventivato dagli ISP.
Entrambi i provider avevano ottenuto dalla city piena autonomia nella distribuzione dell’infrastruttura, ma si sono visti bocciare le stime dei costi necessari alla sua costruzione , che nel caso di Philadelphia erano già lievitati molto oltre le aspettative. Earthlink era partita con 20-25 nodi posizionati per ogni miglio quadrato (circa 1 chilometro e mezzo), ma le scarse prestazioni della connessione hanno fatto salire le installazioni fino ad un massimo di 47 nodi per miglio quadrato con una media di 42.
Installare un numero maggiore di nodi implica un inferiore margine di guadagno sulle connessioni, e per tale motivo gli ISP hanno alzato la posta per quanto riguarda Chicago. Ma i problemi per la tecnologia di connettività a misura d’uomo , considerando quello che succede nel resto delle grandi città americane, appaiono strutturali : caso Philadelphia a parte, il WiFi va male anche a San Francisco, dove la decisione di costruire un network gratuito per i residenti passerà per un voto popolare il prossimo mese di novembre, così come è in forse la rete di Houston .
Una situazione che potrebbe ancora peggiorare, considerando che Earthlink ha annunciato un taglio di personale per 900 unità (circa la metà della forza lavoro totale), la chiusura di quattro sedi e la riduzione degli sforzi nella costruzione di network WiFi cittadini . Che sia arrivata la fine del sogno di connettività ubiqua accarezzato da tempo dai sostenitori della standard di connessione 802.11 ?
Non lo crede Craig Settles, consulente, osservatore e autore del volume Fighting the Good Fight for Municipal Wireless . “Non vedo la fine di grandi progetti – sostiene Settles – ma mi aspetto che essi vengano pensati in maniera più accorta”. I piani di copertura di intere megalopoli sono irrealistici secondo l’esperto, e il contraccolpo economico che i protagonisti del settore come Earthlink devono ora affrontare non è altro che il segno tangibile di calcoli sbagliati e aspettative gonfiate .
Settles fa l’esempio della cittadina texana di Corpus Christi, in cui la connettività wireless è stata in prima istanza fornita ai dipendenti dell’amministrazione quali addetti alla lettura dei consumi di gas e acqua. Avviato nel 2004, il network è stato poi esteso ad altri dipartimenti, arrivando a coprire un’area di 55 miglia quadrate con connessioni da 1 Mbps disponibili per i cittadini al prezzo di 19,95 dollari mensili. Per l’esperto un network efficace va insomma costruito partendo da progetti pilota di più corto respiro , lasciando che la tecnologia riveli la sua efficacia e che si dimostri nel tempo adattabile ad un più ampio spettro di applicazioni.
Alfonso Maruccia