Una curiosa notizia arriva da oltreoceano. Vedere un soldato agitare in aria un Wiimote – nome con cui si indica il controller wireless della console Nintendo Wii – potrebbe essere comune in un futuro prossimo: il Dipartimento Militare degli USA ha intenzione di utilizzare questi dispositivi per interagire con macchine e robot.
Tutto ciò grazie alla capacità unica del controller Nintendo di rilevare movimenti ed accelerazioni in uno spazio tridimensionale virtualmente emulato. David Bruemmer e Douglas Few, entrambi ingegneri nel Dipartimento USA per l’Energia hanno modificato un robot militare perché potesse essere controllato mediante il Wiimote.
Il prototipo su cui è stato effettuato l’esperimento è Packbot . Packbot è un robot costruito da iRobot a Burlington, nello stato del Massachussetts, pesa 7 kg, è lungo 70 cm e fra le sue funzionalità c’è il piazzamento delle bombe e il rilevamento di mine ed esplosivi. Su Packbot è possibile anche installare taser e fucili mitragliatori.
Solitamente Packbot è controllato da un joystick a leva, quello comunemente utilizzato nei simulatori di volo. Il problema del joystick è che richiede concentrazione ed allenamento per far corrispondere al movimento la risposta che si vuole ottenere, un’operazione enormemente più semplice con il Wiimote. Il WiiMote è ritenuto più efficace perché i movimenti della mano vengono direttamente tradotti in movimenti del robot. Bruemmer la pensa così: “È fantastico, i soldati possono comandare il robot molto più intuitivamente”. Anche Colin Angle di iRobot è fiducioso in questo strumento: “Usare Wiimote per controllare il robot è molto sensato”.
Il team sta inoltre lavorando per integrare di Wiimote anche con gli avanzati robot militari Talon , già ampiamente operativi ed utilizzati in numerose missioni USA, fra cui quelle in Iraq.
Negli States, la notizia di impieghi militari dei robot e degli strumenti per il loro controllo ha scatenato grosse critiche. Il Dipartimento Militare USA stanzia infatti ingenti finanziamenti in ricerca robotica, ma non tutti gli accademici sono favorevoli: “Possiamo essere autosufficienti, possiamo smettere di accettare sovvenzioni, possiamo dire no” è il parere di Peter Kahn – ricercatore di robotica per l’Università di Washington.
Enrico “Fr4nk” Giancipoli