Manila – Sulle Filippine si è abbattuto in questi mesi il tornado dell’era internet. Il caso del virus ILoveYou e l’assoluta mancanza di leggi atte a punire i colpevoli della sua diffusione hanno messo le autorità filippine in grando imbarazzo sul piano internazionale.
In questo quadro vanno lette le due novità che arrivano dalla capitale filippina. La prima riguarda l’indagine sulla diffusione del virus informatico che tanti danni ha creato in tutto il mondo. Dopo aver rilasciato il primo arrestato, Ramones, ora le autorità filippine sono tornate a focalizzare la propria attenzione su Onel de Guzman. Questi è il ragazzo, esperto di informatica, che aveva dichiarato nei giorni più caldi che forse lo aveva rilasciato lui il virus sulla rete, ma “senza volerlo”.
Il problema per le autorità, ora, è non solo quello di rendere credibili indagini che stanno richiedendo un tempo infinito e che sembrano sempre connotate politicamente, ma anche trovare un appiglio legale per punire in modo esemplare il colpevole della diffusione di ILoveYou.
La seconda novità, che sembra andare incontro proprio a queste esigenze, è il varo in tutta fretta da parte del presidente Joseph Estrada di una nuova legge sul commercio elettronico. La legge colpisce specificamente chi realizza virus o crea danni informatici alle aziende e ai privati, con sanzioni pecuniarie “proporzionali ai danni” e reclusione fino a tre anni.
Il vero problema per la polizia del paese è che Estrada ha impedito che la nuova legge fosse retroattiva. Ciò significa che non potrà riguardare de Guzman, qualora sia accertato che proprio lui è “l’untore”.
Il tutto accade sotto gli occhi dell’ FBI , che nelle Filippine dispone di ampio potere di pressione sul regime, e delle società non solo americane che hanno perduto, dicono, milioni di dollari a causa del virus.