Immuni raggiunge quota 5 milioni di download. No, non è una sorpresa: il numero conferma al tempo stesso tanto l’ascesa delle installazioni, quanto la lentezza dell’ascesa stessa. Non c’è accelerazione, insomma, quindi ha ragione chi stigmatizza le capacità dell’app di autoalimentare la propria presenza tra i passaparola; c’è crescita, quindi ha ragione chi sostiene che sia l’emergenza a stimolare più di ogni altra cosa le installazioni.
5 milioni di app Immuni
Ma capire chi abbia ragione, francamente, conta ben poco. Come scritto in una analisi parallela, il numero dei download di Immuni sembra essere oggi un gioco fine a sé stesso che mal esplica l’importanza di utilizzare Immuni per costruire una sorta di immunità digitale di gregge in cui è la collaborazione collettiva a far valere la propria forza in aiuto dei singoli.
“Un successo non solo per chi l’ha scaricata, perché garantisce una miglior prevenzione per tutti, in vista della ripresa del lavoro e della scuola“: così l’account ufficiale dell’app su Twitter per festeggiare il traguardo conseguito. La campagna con Flavio Insinna come protagonista e gli altri tentativi di comunicazione non sembrano riuscire a cogliere nel segno: per il momento l’accelerazione non c’è stata e Immuni cresce di 25 mila unità al giorno cercando un passo dopo l’altro di estendere il proprio perimetro di protezione.
https://twitter.com/immuni_app/status/1296389340566884358
Prima della pausa estiva, Paola Pisano spiegava che Immuni era riuscita a bloccare due focolai: questo è il risultato che conta e sono questi gli aggiornamenti di cui il paese ha bisogno: risultati concreti, che rendano pragmaticamente visibile il vantaggio che si può offrire alla collettività installando l’app di contact tracing. Questa è infatti la chiave: Immuni non offre qualcosa al singolo, ma lo offre alla collettività. L’installazione è un gesto altruistico e cooperativo, basato più sulla logica del dono che non dell’autoprotezione.
Una dimensione collettiva
Un principio complesso e non sempre comprensibile in una dimensione estremamente privata e individuale come quella dell’uso di app sul proprio smartphone. Una scommessa che oggi arriva a 5 milioni di download, numero di per sé insignificante che serve però ad alzare l’asticella per riuscire a far crescere le protezioni più che i contagi. La sfida non è infatti mai stata tra pro e contro Immuni: l’unica sfida che conta è pro o contro la pandemia. E chi ancora si ostina a negarne l’evidenza non può che essere schierato tra i primi: questione di numeri, questione di onestà.
5 milioni di download significano che un numero minore di italiani (quanti? impossibile stabilirlo) utilizza oggi uno strumento che consente di ricostruire catene di contagio e porre in isolamento eventuali soggetti esposti a rischio. Il numero è importante per pesare l’incidenza di ogni singolo download ed il peso relativo che ogni singola installazione ha la capacità di elargire per il bene collettivo.