Immuni ha raggiunto e superato quota 500 mila download. Non si può evincere il dato dagli store di applicazioni (ove le indicazioni sono molto più blande), ma a confermarlo è direttamente il ministro per l’Innovazione e la Digitalizzazione, Paola Pisano:
Si vede che i cittadini ne hanno capito l’importanza e l’utilità. Ad oggi siamo il primo grande paese d’Europa ed uno dei primi paesi del mondo a usare una tecnologia simile per il contrasto del virus
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Il fatto che Immuni sia da ieri sera l’app più scaricata del momento tanto su App Store quanto su Google Play è una sicura iniezione di fiducia per un progetto partito tra mille dubbi e obbligato ora a costruirsi un importante rapporto fiduciario con gli italiani. Va ricordato come il test partirà soltanto l’8 giugno e solo in quattro regioni, ma se tutto andrà come da programma si potrà estendere l’efficacia dell’app a tutto il Paese entro l’inizio dell’estate.
Immuni: quanti download servono?
In questo momento Google Play Store indica “100000+” download, il che significa che l’app ricade al momento nella fascia tra i 100 mila ed i 500 mila download. A questo conteggio occorre aggiungere il numero di download da App Store, che va però semplicemente ipotizzato in linea statistica visto che il marketplace Apple non fornisce informazioni specifiche in merito.
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Ma quanti download serviranno per far sì che Immuni possa diventare realmente efficace? Quale potrebbe essere un obiettivo percorribile per poter avere davvero un’arma in più nella lotta al contagio?
Anzitutto occorre considerare come la popolazione italiana sia stimata in 60 milioni di unità (dato ISTAT 2019) e che i minori di 14 anni, ossia coloro i quali non hanno la possibilità di utilizzare Immuni su di un proprio device personale, sono 8 milioni. Ciò significa che la popolazione campione è pari a 52 milioni di cittadini. La stima iniziale della Protezione Civile per il raggiungimento di una soglia critica importante nell’uso dell’app indicava l’obiettivo di penetrazione del 60%, ossia circa 31 milioni di italiani.
Ad oggi in Italia il mondo mobile è controllato da un duopolio Android/iOS nel quale il primo controlla i tre quarti del mercato ed il secondo la parte restante (dati StatCounter, giugno 2020). Si può pertanto idealmente ipotizzare raggiungo l’obiettivo di penetrazione raggiunto il giorno in cui il numero di download su Android supererà approssimativamente i 20 milioni di download. L’indicatore da seguire è pertanto quello che oggi indica “100000+” e che il ministero auspica di poter trovare quanto prima trasformato in “10000000+”, ossia nella fascia tra i 10 milioni ed i 50 milioni di download (questo è quel che Play Store offre per una quantificazione che solo il ministero potrà fornire con maggior precisione).
Per contro occorre considerare alcuni fattori di resistenza impossibili da abbattere che, in aggiunta alle resistenze psicologiche all’app o ai timori sulla privacy, diventano ostacoli insormontabili oltre cui nessun tentativo di penetrazione potrà agire. Gli ultra-75enni, ad esempio, sono ben 2,8 milioni; il 5% circa degli utenti Android, inoltre, ha oggi in mano terminali che non possono essere compatibili con l’app; anche l’utenza iOS non è messa meglio, con solo il 2% degli utenti già passati alla versione 13.5 necessaria per il framework A/G ed oltre il 20% degli utenti fermi a versioni antecedenti – non compatibili e, spesso, su device non aggiornabili). In tutti questi casi si tratta di porzioni di popolazione che Immuni non potrà in alcun modo raggiungere, per limiti oggettivi e con estensione complessiva difficilmente quantificabile.
I giudizi? Molto positivi dopo le prime ore di installazione, in peggioramento nelle ore successive: segnalati vari malfunzionamenti, soprattutto di stabilità su Android e in relazione all’uso del Bluetooth sui dispositivi Huawei. La versione per iOS è già passata alla release 1.0.1, mentre su Play Store al momento rimane in download la 1.0.0 originale.