Sempre più italiani scelgono di partecipare all’iniziativa di contact tracing scaricando Immuni sul loro smartphone: i download sono saliti a quota 8,68 milioni (8.688.372 per la precisione) secondo i dati aggiornati al 13 ottobre forniti dal Ministero della Salute. E questa è la buona notizia. L’altra faccia della medaglia è rappresentata dal trend di adesione al progetto che come si può osservare nel grafico poco più avanti sta facendo registrare un rallentamento. Come vedremo a breve non è l’unico motivo di preoccupazione.
Crescono i download di Immuni, ma rallentando
Se da una parte la curva dei contagi continua a salire facendo registrare 7.332 i nuovi positivi solo nelle ultime 24 ore, dall’altra quella che descrive le installazioni di Immuni inizia a deflettere dopo la promettente impennata della scorsa settimana. I dati ufficiali fanno poi riferimento a 10.060 notifiche inviate da coloro che dopo aver usato l’app sono entrati in contatto con il coronavirus avvisando così altrettanti utenti che hanno avuto modo di isolarsi e sottoporsi ai test necessari.
Immuni non funziona in Veneto?
Proprio nelle ore scorse è emersa una notizia poco rassicurante in merito al funzionamento di Immuni in Veneto: chi ha provato a segnalare la propria positività tramite il personale autorizzato si è sentito rispondere picche: l’applicazione non è attiva nella regione di Zaia. Una situazione che andrà chiarita. Questa, secondo il Corriere, la risposta attribuita a un responsabile dell’ufficio Igiene di Padova.
Mi dispiace: non siamo in grado di inserire il suo codice nel database. L’app Immuni non è attiva al momento in Veneto.
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È necessario correggere il tiro e bisogna farlo ora per scongiurare il rischio di trovarsi nuovamente a dover fare i conti con una situazione simile a quella che nella scorsa primavera ha messo in ginocchio il paese intero. Il contact tracing può svolgere un ruolo importante nella gestione della crisi sanitaria: scarichiamo Immuni, invitiamo gli altri a farlo.