Immuni: 2000 notifiche in pochi giorni, ma non convince il sindaco di Napoli

Immuni tra il boom di notifiche e de Magistris

Cresce rapidamente il numero delle notifiche di esposizione mostrate; intanto il sindaco di Napoli esprime le proprie perplessità sul progetto.
Immuni tra il boom di notifiche e de Magistris
Cresce rapidamente il numero delle notifiche di esposizione mostrate; intanto il sindaco di Napoli esprime le proprie perplessità sul progetto.

Oltre 2.000 nuove notifiche inviate in soli tre giorni. Questo il numero reso noto dal profilo ufficiale social di Immuni, a testimonianza di come seppur in modo più lento rispetto a quanto atteso e auspicato il progetto italiano di contact tracing stia nell’ultimo periodo registrato un’accelerazione, purtroppo accompagnata da un incremento nel volume di nuovi contagi.

Si moltiplicano le notifiche di Immuni

Merito forse anche della campagna di informazione e comunicazione fortemente voluta dalle istituzioni e che ha visto di recente aderire buona parte della stampa nostrana. Il dato aggiornato a ieri parla di 7.361 notifiche mostrate dall’applicazione, dal 13 luglio all’8 ottobre. Lunedì erano 5.329. Ciò significa che migliaia di connazionali hanno visto comparire sui loro smartphone un messaggio che li avvisa di essere stati a contatto con una persona risultata poi essere positiva a COVID-19, permettendo loro di tutelare se stessi e gli altri di conseguenza, isolandosi e sottoponendosi ai test.

Il no di Luigi de Magistris: “Non mi convince”

Tutto bene, dunque? Abbiamo finalmente imboccato la strada giusta per rendere Immuni l’arma in più (non di certo l’unica) nella difficile lotta al coronavirus? Non esattamente. C’è ancora chi, anche tra gli esponenti del mondo delle istituzioni, non avendo compreso il funzionamento dell’applicazione paventa non meglio precisate minacce sul fronte della privacy. Tocca questa volta a Luigi de Magistris, sindaco di Napoli, a conferma di come i dubbi e le perplessità sul progetto non siano in alcun modo legati a colori né appartenenze di natura politica. Così ha risposto alla domanda: “Ha scaricato l’app Immuni?” nel suo intervento a Tagadà su LA7 (a 1:27:07 della puntata trasmessa ieri).

No. Non mi convince fino in fondo sul tema della privacy e dell’efficacia.

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Intanto l’iniziativa compie due importanti passi in avanti: uno è quello che riguarda l’interoperabilità a livello europeo così da potersi interfacciare alle app degli altri paesi, l’altro è quello che fissa la nuova scadenza del progetto nel 31 dicembre 2021, un anno dopo il primo termine fissato.

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Pubblicato il
9 ott 2020
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