Dalla relazione (pdf) del Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, Paola Pisano, presso la Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, trapelano una serie di informazioni utili a comprendere più nel dettaglio quello che è stato il percorso di Immuni fino al rilascio e quale sarà il percorso che porterà l’app verso il test regionale prima (8 giugno) e verso l’ampliamento a livello nazionale poi (la settimana successiva).
Immuni funziona già
Quel che si chiarisce definitivamente è cosa avvenga in questa fase e come vada interpretata. Scaricare e installare l’app fin da subito, infatti, non è più semplicemente un orpello perché, anche laddove il test regionale non sarà compiuto, i dati del contatto (2 metri per 15 minuti) tra le varie reti Bluetooth risultano comunque registrati. Ciò significa che se tra alcuni giorni un caso positivo sarà registrato su una persona avente Immuni installato sul proprio smartphone, automaticamente le persone incrociate nei giorni precedenti riceveranno una notifica.
Sebbene il test inizi l’8 giugno e la fase nazionale inizi ancora dopo, di fatto l’app è già in pieno funzionamento per quanto riguarda il tracciamento: quel che andrà ad iniziare nei prossimi giorni è invece la fase “clinica”, ossia le registrazioni delle utenze positive ed i tamponi precauzionali nei confronti dei contatti. A quel punto l’intero progetto (e non soltanto la fase parziale di tracciamento) sarà a regime. E solo a quel punto il tutto sarà giudicabile nei fatti, sui risultati ed in funzione dell’efficienza dell’intero processo.
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Alla luce dell’apertura dei confini e dell’abilitazione ai movimenti tra le regioni, molti auspicavano una distribuzione dell’app con qualche settimana di anticipo rispetto ai tempi ora previsti, soprattutto alla luce di problemi che ora renderanno effettivo il servizio non prima di un paio di settimane. A tal proposito la ministra è però chiara: occorre fare i conti con la realtà e con tempistiche improntate ad un pragmatico equilibrio tra efficienza del sistema e tutela della privacy.
Avrei preferito anche io, come molti altri, che questo sistema di notifica delle esposizioni al virus fosse disponibile prima. Ma dobbiamo fare i conti con la realtà, e innanzitutto abbiamo convintamente voluto corrispondere al nostro dovere di rispettare le normative italiane ed europea sulla tutela della privacy delle persone e le esigenze di sicurezza del nostro Paese.
Paola Pisano passa quindi ad una serie di precisazioni ulteriori, fondamentali per dipanare – benché siano ridondanti rispetto a quanto già più volte spiegato nelle ultime settimane – ogni dubbio sulla leicità dell’app e dei suoi comportamenti nei confronti dell’utenza:
- “è esclusa in ogni caso la geolocalizzazione dei singoli utenti”;
- “nessun dato viene raccolto da Apple e Google che, come per tutte le app, saranno solo in grado di sapere che l’app è stata scaricata, senza avere accesso ad alcun dato di contatto”. Con tanto di semaforo verde dal Garante Privacy.
Un’ultima nota è relativa all’aspetto dell’app del quale meno si è discusso fino ad oggi, ma che rappresenta sicuramente l’aspetto più importante: il monitoraggio sanitario, i tempi di risposta sui tamponi e la capacità della sanità italiana di interagire con il sistema posto in essere da Immuni. Spiega la ministra:
D’intesa con le Regioni, è stata prevista un’entrata graduale all’interno del Paese coinvolgendo inizialmente un numero limitato di Regioni al fine di informare e organizzare i soggetti competenti (Asl e medici di base) con la massima cura. Al riguardo, è stata ritenuta congrua la durata di una settimana di sperimentazione
Sul tema si aggiunge poco o nulla, insomma: traspare la convinzione che tutto stia andando nel verso giusto, che una settimana sia sufficiente per oliare il sistema e per estendere quindi a tutta Italia il progetto. Veneto e altre regioni che non siano convinte, dovranno rispondere dei propri ritardi: Immuni è qui per restare, non tanto per l’immediatezza, quanto per la sfida autunnale con l’eventuale (secondo molti probabile) colpo di coda della pandemia.