L’app Immuni supera 1 milione di download su Google Play. Non si tratta di una informazione importante nella parabola che dovrà portare a misurare l’efficacia del progetto in Italia (sperando, ovviamente, non arrivi mai il momento di dover misurare questa efficacia: significherebbe l’addio alla pandemia senza ulteriori colpi di coda), ma è una informazione necessaria di raffronto poiché è questo l’unico dato quantitativo oggettivo che si ha a disposizione.
Immuni: oltre 1 milione di download su Google Play
Non sappiamo quanti sono i download di Immuni da App Store e dunque non è possibile far confronti: in linea di massima si potrebbe ipotizzare un’incidenza delle installazioni su iPhone nella misura del 30-50% rispetto a quelle Android, ma è questa una desunzione totalmente spannometrica e priva di supporti matematici che vadano oltre la semplice misura statistica della presenza di iOS rispetto ad Android. L’unico altro dato che abbiamo a disposizione sta nelle dichiarazioni ministeriali, le quali hanno tuttavia interesse ad incoraggiare i download con la forza dei grandi numeri e con le pratiche proprie del bandwagon effect: secondo la ministra Pisano sono già stati superati da giorni i 2 milioni di download, cifra che però non sembra rispecchiata nella stima offerta da Google Play.
Cosa importa? Poco o nulla, ma è giusto fare il punto per poter avere riferimenti affidabili ed equilibrati sui quali giudicare in prospettiva la parabola dell’app. Tutto ciò avviene nel giorno in cui Huawei gioca la propria pedina per arrivare ad una piena compatibilità con i sistemi di contact tracing a livello globale, nonché nel secondo giorno di test regionale (dal quale non trapelano però al momento informazioni specifiche circa eventuali tracciamenti “positivi” già innescati o falsi positivi già disinnescati).
Nel frattempo la versione da scaricare su Google Play è la 1.1.0, al pari della versione su App Store per iOS.
Immuni: l’opinione di Diego Piacentini
Interessante in questo frangente anche l’opinione di Diego Piacentini, pubblicata sul Corriere della Sera ad opera di Martina Pennisi. Piacentini promuove l’idea del contact tracing identificando in questo progetto una necessaria collaborazione tra pubblico e privato per arrivare ad un nuovo livello nei servizi al cittadino. Piacentini vede in Immuni non soltanto un’arma di breve periodo contro il Covid-19, ma anche un progetto di grande visione per la lotta a quelle che saranno le future pandemie: una vera e propria assicurazione contro i futuri rischi potenziali.
Al tempo stesso lo stesso Piacentini, a lungo in collaborazione con il Governo ai tempi del Team per la Trasformazione Digitale, ammonisce sulla necessità di consegnare ai cittadini responsi chiari e puntuali in caso di notifica di contatto sull’app: solo una efficiente macchina sanitaria ed un’altra capacità di eseguire tamponi potrà creare quel rapporto fiduciario su cui gli italiani possono edificare il proprio rapporto con Immuni:
Nella fase iniziale ho aiutato Bending Spoons a inquadrare il problema, ma hanno fatto tutto da soli. Quando mi è capitato di sentire i miei ex colleghi del Dipartimento per la trasformazione digitale il suggerimento è sempre stato di non vederla come la soluzione del problema, ma di pensarla come componente unita a tante altre della politica e della pubblica amministrazione.
Secondo Piacentini non è una questione di “se”, ma di “come”: per gestire una pandemia (che sia questa o che sia la prossima), insomma, l’app può rivelarsi un tassello fondamentale.