L’app Immuni inizia oggi una nuova fase del proprio percorso grazie all’apertura ufficiale del progetto all’interoperabilità europea. Un passo importante, ma purtroppo un passo che è a questo punto soprattutto di principio: le app di contact tracing sarebbero state importanti in estate e questo passo lo si sarebbe dovuto essere compiuto mesi prima. L’Europa ha però nicchiato sul tema, ha lasciato andare avanti gli Stati membri alla rinfusa, salvo tirare le fila del discorso con gateway di interconnessione che ora consentono alle app di potersi scambiare i codici.
Il progetto è partito mesi or sono, da oggi i codici inizieranno a viaggiare oltre confine. Le persone no, purtroppo, o comunque lo faranno in casi molto rari.
Immuni europea: #strongtogether
Resta il valore di un passo che può dare valore al contact tracing europeo, valore che viene espresso, però, solo quando i viaggi si sono di nuovo interrotti ed i lockdown tornano a premere sul continente: si viaggia meno, si viaggia poco e di questa interoperabilità potremo servircene ben poco, purtroppo.
Oggi è un giorno importante nella storia di #Immuni; l’Italia è infatti il primo paese, insieme a Germania e Irlanda, ad attivare l’interoperabilità. #UnitiSiamoImmuni #UnitedAgainstCoronavirus #StrongerTogether
✅ Scarica Immuni qui ▶ https://t.co/k4vzA5SXUa pic.twitter.com/ZhxXyvFRNr— Immuni App (@immuni_app) October 19, 2020
L’Italia è comunque in prima fila, assieme a Germania (“Corona-Warn-App”) e Irlanda (“Covid Tracker App”). Il che è apprezzabile, a prescindere, perché significa che il progetto Immuni è proseguito su linee coerenti che hanno portato in pochi mesi dal progetto, alla realizzazione, fino all’apertura oltre confine a prescindere dai risultati che potrà dare.
The virus does not stop at borders.
To exploit the full potential of tracing apps, we have set up an EU-wide system to make national coronavirus apps interact with each other.
Today the system goes live with the corona apps of 🇩🇪 🇮🇪 🇮🇹.#StrongerTogether #StaySafeEU pic.twitter.com/caHo4tvSJr
— European Commission (@EU_Commission) October 19, 2020
Tutto attorno la situazione si è purtroppo deteriorata e il contact tracing appare ormai impossibile in molte zone a causa dell’eccessivo numero di contagi, ma l’asset rimane e questa carta potrà essere giocata non appena la pandemia abbasserà la propria morsa sugli Stati partecipanti al progetto.
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Prima, però, va recuperata la fiducia attorno a un’app che, tra critiche, debolezze e boicottaggi, non è riuscita ad entrare nel cuore (e negli smartphone) di troppi. I teoremi legati all’eventuale obbligatorietà, invece, le escludiamo a priori per serietà di approccio: non è questa una strada percorribile, né ipotizzabile.