L’app Immuni è nata come misura temporanea per il contenimento dei contagi sul territorio italiano. Si tratta di un progetto nato in primavera, sulla scia dello stretto lockdown vissuto, con sviluppo e pubblicazione arrivati a inizio estate. Molte incertezze e troppe discussioni ne hanno minato il percorso iniziale, ma ora una più decisa campagna di comunicazione ha finalmente messo sui giusti binari il trend di crescita dell’app.
Il contesto, però, nel frattempo è mutato notevolmente e dalla calma apparente dell’estate italiana si è passati ai primi brividi freddi dell’autunno con una prima impennata nei contagi. Ora Immuni rappresenta qualcosa di nuovo e di utile, un’arma da sfruttare in questa fase di crescita della pandemia. Ecco perché il Governo ha voluto mettere mano al progetto iniziale mutando due elementi in particolare:
- la scadenza dell’app
- l’interoperabilità internazionale dell’app
Nuova scadenza
Forse non tutti avevano fatto caso ad un aspetto molto importante del progetto iniziale di Immuni (per molti versi un dettaglio che potrebbe apparire un esercizio di stile, ma che in realtà descrive l’attenzione riposta): l’app aveva una scadenza. Nascendo come strumento di contenimento di una pandemia che si auspica per sua natura circoscritta ad un certo periodo di tempo, e volendo garantire al massimo la privacy degli utenti, si era indicato il 31 dicembre 2020 come data ultima di funzionamento del sistema, dopodiché i dati sarebbero stati cancellati ed ogni “tracciamento” sarebbe scomparso.
Così facendo si certificava il fatto che l’app non avesse finalità altre se non la lotta al coronavirus, legando quindi i destini dell’app stessa a quelli della pandemia. Il tutto non era soltanto promesso, ma era certificato nero su bianco alla riga 161 della documentazione pubblica disponibile su Github:
161 – Tutti i dati, sia che siano memorizzati sul dispositivo o sul server, sono eliminati quando non più necessari e in ogni caso non oltre il 31 dicembre 2020.
La nuova scadenza è stata fissata in Consiglio dei Ministri: il provvedimento è in pubblicazione, ma è già stato ufficializzato dal punto stampa del Governo che parla di semplice “estensione del periodo di utilizzo”, senza dettagli ulteriori: logica vuole che la nuova scadenza sia prorogata al 31 dicembre 2021.
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Così la ministra per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, Paola Pisano:
Ero convinta dall’inizio che realizzare l’app Immuni per affidarne la gestione al Ministero della Salute avrebbe costituito l’avvio di un percorso e che l’app sarebbe stata utile, anche se non tutti tra osservatori e potenziali utenti lo avrebbero percepito subito o lo percepiranno in tempi brevissimi. Il Governo ha deciso di prorogare per tutto l’anno prossimo l’uso dell’applicazione, che serve a ridurre le possibilità di nuovi focolai di Covid-19 e per la quale i miei uffici continuano a curare sia la parte tecnica sia aspetti normativi. È un passo ulteriore lungo la strada dello sviluppo di servizi digitali a beneficio dei cittadini, che va nella direzione di rendere l’Italia sempre più adeguata ai tempi di evoluzione tecnologica che viviamo.
Interoperabilità
Ancora con le parole della ministra:
Il Governo ha anche dato il via libera per far sì che il sistema di Immuni possa funzionare in raccordo con quelli di app analoghe di altri Paesi europei. Sviluppare l’interoperabilità è importante ed è bene che l’impegno italiano si avvalga di collaborazioni di Paesi amici e viceversa. È importante per renderci più sicuri di fronte al virus. Non soltanto in Italia, ma anche in Europa e per non escludere da un meccanismo di prevenzione chi per lavoro o per altre ragioni deve viaggiare.
L’intervento del Governo altro non fa che vidimare una questione che dal punto di vista tecnico è già stata affrontata a livello europeo, creando un gateway continentale per l’interscambio dei codici anonimi di tracciamento. Così facendo le app hanno la possibilità di dialogare tra di loro, facendo sì che il contact tracing non si debba fermare ai confini nazionali. La cosa è chiaramente importante oggi, con numeri di contagio in aumento, ma sarà a maggior ragione importante quando i numeri torneranno a scendere, le persone torneranno a viaggiare e le ondate “di ritorno” saranno quindi più probabili.
La timeline è stata fissata nei giorni scorsi: l’interoperabilità inizierà a partire da metà ottobre. Il passaggio formale con l’approvazione di Governo è il nostro semaforo verde all’accensione dei server europei.
COME SCARICARE IMMUNI: TUTTI I DETTAGLI
Secondo gli ultimi dati disponibili, al 6 ottobre Immuni aveva raggiunto quota 7,48 milioni di download. 378 persone avevano segnalato la propria positività tramite l’app e 6718 persone avevano ricevuto notifica di contatto a rischio. Sono questi numeri che rendono l’idea di ciò che Immuni possa fare, contribuendo all’identificazione delle catene di contagio ed al soffocamento sul nascere di eventuali nuovi cluster locali.
Immuni non è più un progetto destinato a morire a fine anno, né è un’app destinata a spegnersi al confine con altri Paesi europei. Si tratta però di un progetto sul quale occorre continuare a lavorare intensamente, sia sul fronte tecnico che su quello comunicativo, nonché sull’affinamento dei protocolli sanitari legati alle persone che hanno ricevuto la notifica e sperano in una solerte assistenza.