Presto Immuni potrà interfacciarsi con le altre applicazioni di contact tracing nel nome dell’interoperabilità in Europa. La conferma è giunta da Bruxelles, come auspicato da più parti e in più di una occasione. Così facendo sarà possibile rendere il tracciamento dei contatti efficace anche al di fuori dei confini nazionali, una necessità ora che gli spostamenti sono ripresi a ritmo sostenuto.
Contact tracing: Immuni e l’interoperabilità con le altre app europee
In un primo momento Immuni sarà in grado di comunicare con i software messi a punto da Germania (Corona-Warn-App) e Irlanda (COVID Tracker App). La volontà dichiarata è quella di ampliare poi ulteriormente il raggio d’azione dell’iniziativa arrivando a coinvolgere sempre più territori a livello continentale. Questo il breve commento rilasciato da un membro della Commissione Europea.
Germania, Irlanda e Italia sono in prima linea, ci si aspetta una loro unione intorno a metà ottobre. Il sistema è pronto. Dovrebbe rendere i viaggi più semplici e sicuri.
Unico requisito necessario è l’adozione della tecnologia messa a disposizione da Google e Apple per rendere il contact tracing accessibile dalla maggior parte dei dispositivi con sistema operativo Android o iOS in circolazione, basandolo sull’impiego del Bluetooth e con una modalità rispettosa della privacy decentralizzando la gestione dei dati. Un gateway europeo si occuperà con consentire il dialogo tra i diversi sistemi, scambiando le informazioni necessarie (in piena garanzia della privacy) e rendendo così il progetto una piattaforma realmente europea.
Troppo tardi? Forse. Resta il merito di averci provato, perché in un contesto nel quale non è chiaro quanto la pandemia possa ancora durare, né se ci saranno altre emergenze similari, l’applicazione immediata diventa un’ottima palestra sperimentale per verificare vizi e virtù di sistemi di questo tipo.
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Nei giorni scorsi l’Organizzazione Mondiale della Sanità è tornata a pronunciarsi sul tema, definendo applicazioni come la nostra Immuni di importanza fondamentale per scongiurare il rischio di un’ulteriore diffusione capillare della malattia. Da Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’OMS e membro del Comitato Tecnico Scientifico in Italia, ha sottolineato l’esigenza di promuoverne l’installazione.