Per la prima volta si hanno numeri un minimo significativi sull’impatto che Immuni ha fin qui avuto sulle strategie di contenimento del contagio in Italia. La storia dell’app ormai è nota in quanto divenuta elemento di pubblico dibattito (forse troppo?) da mesi. In tutto questo discutere, però, probabilmente si è persa d’occhio una prospettiva innegabilmente interessante: per la prima volta in Italia (e nel mondo) è disponibile un’applicazione per smartphone che possa sortire importanti risultati in termini di contenimento dei contagi.
155 positivi, oltre 1800 notifiche
Quante volte è stata scaricata l’app Immuni? Questa è l’unica domanda che è stata fin qui ripetuta, anche e soprattutto alla luce di dati differenti mai fin qui divulgati (a più riprese la nostra redazione ne ha fatta richiesta al Ministero della Salute, senza aver però mai avuto riscontri).
Oggi, a quota 5,4 milioni di download ricevuti (se tutte le installazioni fossero andate a buon fine, cosa presumibilmente non realistica, anche alla luce dei problemi sperimentati sui dispositivi Huawei), significherebbe aver raggiunto poco meno del 15% dell’intera popolazione italiana dotata di smartphone. Ma questa è soltanto una base numerica: si tratta del bacino sul quale Immuni è in grado di agire tracciando le reti ed inviando notifiche di rischio.
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Cosa ha prodotto in realtà Immuni fin qui? I dati sono stati diramati dal Sole24Ore:
- dal 1 giugno a oggi, 155 persone positive al tampone hanno acconsentito a segnalare la propria positività sul sistema che consente l’invio delle notifiche ai contatti a rischio (21 a giugno, 38 a luglio, 96 nel mese di agosto);
- le notifiche, conteggiate soltanto a partire dal 13 luglio – non è dato sapere il perché di questo disallineamento tra i dati – sono state 1878 nel periodo occorso da metà luglio a fine agosto.
- in sette casi la notifica è stata ricevuta da utenti che già sapevano di essere positivi in quanto contatti stretti di altre persone già contagiate.
Quel che non è dato sapere è invece quanti non abbiano acconsentito a segnalare la positività sull’app nonostante ce l’avessero installata (il ministero ha tuttavia lasciato intendere nel tempo come si nutra molta fiducia nella collaborazione dei cittadini che già hanno responsabilmente installato l’app) né quanti positivi siano stati scoperti grazie a notifica da Immuni.
16 contatti per ogni caso di positività
Il disallineamento delle statistiche relative a segnalazioni di positività e notifiche di rischio potenziale non consentono di fare calcoli particolarmente affinati, ma procedendo in modo approssimativo è possibile calcolare circa 16 notifiche per ogni singolo caso. Ciò significa che le reti Bluetooth identificate dal sistema come sufficientemente “a rischio” (in base ad un algoritmo basato su distanze stimate e tempo di compresenza) sono circa 16 per ogni utente. Siccome questa segnalazione può mettere assieme i contatti tracciati nel giro di più giorni, è chiaro come Immuni crei tendenzialmente pochi falsi positivi, contribuendo alle indagini tradizionali di contact tracing a modo proprio ed in piena complementarità.