Da oggi l’app Immuni è a regime in tutta Italia. Può essere scaricata da settimane, ma di fatto è funzionante al 100% soltanto da oggi in virtù della fine della sperimentazione regionale e l’inizio dell’estensione a livello nazionale. Da oggi, insomma, in tutta Italia le ASL hanno la possibilità di interagire con gli utenti positivi a coronavirus per chiedere loro se autorizzano la segnalazione di tale positività con chiunque sia stato in loro contatto nei giorni antecedenti. La segnalazione sarà anonima e servirà per mettere in preallerta tutti coloro i quali hanno un qualche profilo di rischio, tale da poter configurare un possibile contagio.
Perché è importante scaricare Immuni e tenerla attiva sul proprio smartphone? Perché Immuni è un presidio e può trasformare i cittadini in anticorpi virtuale contro la pandemia. Il giudizio sull’app era e resterà soggettivo, ma la sua installazione era e rimane volontaria, su questo il problema non si pone. Ma la sua utilità è di comunità e questo va ben compreso nel merito in questa giornata in cui l’app inizia il suo percorso e il contact tracing all’italiana potrà finalmente essere messo alla prova dopo lungo dibattere.
Immuni è un presidio
presìdio s. m. [dal lat. praesidium, propr. «posto avanzato», der. di praesidere: v. presiedere].
1. a. Guarnigione militare, contingente di truppe che è di stanza, abitualmente o temporaneamente, in un luogo, al fine di esercitarvi un’azione di controllo, di vigilanza, di difesa
2. a. fig. Protezione, aiuto, tutela
3. Nel linguaggio medico, p. terapeutici, p. diagnostici, le sostanze medicamentose e i mezzi d’indagine
Così la Treccani a esplicitare il significato di “presidio”. Parola che, in ognuno dei casi, ben si presta a definire il progetto Immuni in tutto e per tutto. Ma questo consente di capire anche un elemento ulteriore circa uno degli elementi su cui più si è dibattuto in queste settimane: quale deve essere la penetrazione di Immuni in Italia per poter definire efficace l’app? Inizialmente si era indicato un 60% obiettivo, percentuale che è scesa al 30% e che infine è stata depotenziata ad un più realistico “più ce ne sono, meglio è”. L’idea è infatti quella per cui maggiore è il numero di installazioni e maggiore è il valore marginale che queste ultime possono apportare al meccanismo di difesa collettivo. Quindi d’ora innanzi guarderemo ai download per capire a che punto siamo, ma dovremo badare anche ad altri fattori, soprattutto di prossimità.
C’è infatti un elemento ulteriore che sfugge a questa valutazione: la distribuzione territoriale delle app. Insomma: a poco può servire se (ipotesi per assurdo) le installazioni fossero distribuite all’80% al nord e al 40% al sud: la media sarebbe comunque del 60%, ma con effetti ben differenti. Calando questo discorso più nel piccolo, ecco emergere un ulteriore elemento fondamentale: la capillarità. Maggiore è la capillarità delle installazioni e maggiore è la possibilità che una positività venga intercettata tra i contatti, lasciando emergere una opportunità di contagio da tenere sotto osservazione. Maggiore è la prossimità delle installazioni altrui, migliore è l’efficienza della mia app. Maggiore è la densità di installazioni di Immuni in un dato territorio e minore è la possibilità che in quello stesso territorio possano emergere focolai di infezione di dimensioni pericolose.
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Immuni non è dunque solo un presidio digitale, ma è sentinella attiva, è monitoraggio preventivo, è elemento di difesa che ognuno di noi può porre in essere con una scelta cooperativa. Immuni, infatti, solo in parte serve a difendere sé stessi: soprattutto, così come una mascherina, serve a tutelare gli altri. Questo spirito collaborativo (e per questo motivo completamente volontario e facoltativo) è qualcosa che può far bene a livello sociale, ma che apre anche ad una nuova visione sugli strumenti digitali: poterli utilizzare come elemento solidale nei confronti della collettività, accendendo la propria “Immuni” sul territorio per rendere più fitta questa trama di rilevamento, significa fare un click dal significato profondo.
Perché scaricare Immuni
Abbiamo seguito con attenzione il percorso di Immuni fin dal principio, cogliendo con attenzioni tutte le rilevazioni fatte sul codice sorgente, sul profilo legale, sulla tutela della privacy, sulle eccezioni sull’algoritmo, sui rischi delle notifiche, sull’efficienza del meccanismo, sulle incompatibilità tecniche, sulla sicurezza del sistema complessivo. Ci sono ancora angoli da smussare, ci sono ancora aspetti da approfondire, ma nel frattempo è necessario partire per capire fino a che punto i vantaggi teorici del contact tracing possano essere trasferiti alla realtà sul campo.
Non si avrà certezza della bontà del meccanismo di Immuni se non a fine percorso, il 31 dicembre prossimo, quando tutti i dati saranno cancellati e ci si guarderà indietro per capire quante vite siano state salvate, quanti focolai spenti, quanta economia salvata. Se non dovesse funzionare a dovere, si attueranno dei correttivi. Se dovessero sorgere problemi, andranno risolti e affrontati, ma con fare costruttivo per tenere in piedi un’arma che può davvero essere utile. Se un domani ci saranno soluzioni migliori del Bluetooth andranno studiate e implementate, perché migliorare questo fronte deve essere anche un obiettivo di lungo periodo. Ma in ogni caso, sappiamo fin da oggi che con Immuni affronteremo i pericoli dell’autunno forti di un presidio importante sul territorio: saremo validi alleati delle autorità sanitarie, pronti a soffocare qualsiasi ritorno della pandemia sul territorio. E sapete perché? Perché il territorio sarà già presidiato. Da noi, da Immuni.