Cosa succederebbe se usassimo davvero l’app Immuni? Al netto degli errori che possano averne accompagnato il percorso, tutti possono convergere sul fatto che, in presenza di una nuova fortissima ondata di contagi, poter contare su un’app di contact tracing potrebbe soltanto essere utile e fornire qualche informazione in più per arrivare ad una maggior cautela. Di fronte ad una situazione che vede gli spazi pubblici ben più aperti di un anno fa, con in circolazione una variante ben più contagiosa, un sistema di contact tracing consentirebbe di ridurre di molto il numero dei contagiati in libera circolazione e permetterebbe uno screening più mirato.
Ma si sa: quando si parla di Immuni, le opinioni superano ormai di gran lunga ogni ragionamento in merito. Non resta che fermarsi alla mera constatazione dei dati disponibili, così che ognuno possa agire secondo propria sensibilità e valutare come e se scaricare e utilizzare Immuni nel cuore di questa nuova ondata pandemica destinata a perdurare per tutto il mese di gennaio.
Immuni, l’app che (non) stiamo usando
I dati degli ultimi 10 giorni dicono che per ogni 100 nuovi positivi registrati in Italia, soltanto 1,4 sono stati segnalati su Immuni. Ciò significa una cosa soltanto: che l’app viene utilizzata per meno del 2% del proprio potenziale, mettendo nell’angolino il sistema senza offrirgli alcuna possibilità di dimostrare il proprio valore o la propria inutilità (la semplice prova empirica sarebbe sufficiente per fornire dati in entrambe le direzioni a favore dell’una o dell’altra argomentazione). Ciò significa che da una parte le ASL non caricano più alcun dato sul sistema e, dall’altra, che i singoli utenti non fanno più nulla per segnalare il proprio status sull’app di tracciamento.
L’operatore sanitario del servizio di prevenzione che ti ha comunicato l’esito del tampone o l’operatore telefonico del call center di Immuni ti chiederà di entrare nella sezione “Impostazioni” e di scegliere “Segnala positività”. Immuni ti mostrerà un codice monouso, una sequenza di dieci caratteri generati in modo casuale. Comunica questo codice all’operatore, che ti darà l’autorizzazione a proseguire, Fai clic su “Prosegui”. Immuni ti mostrerà un riepilogo dei dati che saranno caricati. Facendo clic su “Carica i dati”, l’app caricherà i tuoi dati. Ti verrà infine chiesto il permesso per accedere ai codici casuali salvati sul tuo dispositiv. L’app ti mostrerà un messaggio di conferma una volta completato il caricamento.
Inutile cercare colpe e colpevoli a questo punto: ormai è semplicemente questione di coscienza e di scelte personali. Al netto di ogni ragionamento su quel che è stato, oggi c’è semplicemente da scegliere se utilizzare uno strumento o non farlo e la scelta è già stata fatta (o ignorata che dir si voglia) dalla gran parte degli italiani. L’app è stata scaricata complessivamente 18,6 milioni di volte (ma non è dato sapersi quanti la stiano attualmente utilizzando), ha visto caricate solo 37,5 mila positività ed ha inviato appena 135 mila notifiche in tutto.
Ecco quindi che ad oggi 98 positivi su 100 non fanno sapere alla comunità della propria positività: di questi purtroppo non è dato sapere quanti utilizzino Immuni (e quindi siano colpevolmente in difetto) e quanti invece non la utilizzano del tutto.
Altro dato significativo relativo agli ultimi 10 giorni è quello relativo alle notifiche inviate: la media si assesta a circa 1,5 notifiche per ogni positivo, un dato in leggera e costante crescita. Alla luce delle 50 mila positività medie registrate in Italia negli ultimi 3 giorni, se tutti gli italiani avessero adottato Immuni si partirebbe dunque da un minimo di 75 mila notifiche al giorno inviate, ma il dato si assesterebbe ben più in alto in virtù dell’aumentata possibilità di “match”. Il peso della cautela aumenterebbe: molte persone sicure di essere al sicuro scoprirebbero di essere state esposte ad un possibile contagio e potrebbero adottare maggior cautela (magari scegliendo FFP2 con maggior insistenza), potrebbero ricorrere ad un tampone di verifica e potrebbero far scattare isolamenti invece di contagi.
Anche se la diffusione di Immuni fosse limitata, può comunque contribuire a salvare vite e a contenere il virus, soprattutto se affiancata ad altre misure come il distanziamento sociale e il tracciamento di contatti manuale. Immuni ha già avvertito numerose persone di contatti a rischio con utenti poi risultati positivi. Grazie a questa informazione, queste persone hanno avuto la possibilità di spezzare la catena dei contagi, contribuendo a limitare la diffusione del virus e a salvare vite.
Con il “se” e con il “ma” non si scrive la storia ed è ormai chiaro il fatto che Immuni non la scriverà più in alcun modo. Ma intanto le notifiche inviate sono un migliaio ogni giorno e, nell’ottica di un atteggiamento di altruismo e cautela, è questo il miglior compendio ad una triplice dose di vaccino. Al netto delle opinioni, ancora una volta, ma in coerenza di atteggiamento per superare con il minor danno possibile quella “tempesta” che l’OMS aveva preavvisato si sarebbe scagliata sulle settimane a cavallo tra questo 2021 e il prossimo 2022.