I problemi di Immuni con i terminali Huawei potrebbero essere prossimi ad una soluzione. La novità giunge direttamente dalla Cina, infatti, e da poche ore è a disposizione degli sviluppatori per poter portare il contact tracing sui terminali ancora incompatibili. La soluzione sta in una sigla: HMS, ossia Huawei Mobile Services.
Il problema è noto fin dal rilascio dell’app: in molti casi i terminali Huawei non erano in grado di supportare le richieste di app come Immuni a causa di una aggressiva gestione dell’autonomia del dispositivo, tale da disattivare il Bluetooth quando lo smartphone è in stand-by e disinnescando pertanto il potenziale di tracciamento reti dell’app. Ciò ha creato grave imbarazzo tanto ad Immuni, quanto agli utenti che intendevano installare ed utilizzare l’app. La presa di posizione degli sviluppatori era stata attendista, poiché in mano non avevano le armi che hanno invece ora:
Stiamo lavorando per permettere di scaricare Immuni anche da AppGallery al più presto. Questo consentirà ai possessori di alcuni modelli di smartphone Huawei di usare Immuni.
Immuni, in arrivo la soluzione per dispositivi Huawei
La risposta al problema è arrivata direttamente da Huawei e consta di un aggiornamento a livello di HMS Core. Portare questo elemento alla versione 4.1 tramite un aggiornamento significa aggiungere al proprio terminale le API denominate Contact Shield “per interagire con le soluzioni leader di mercato sulla pandemia Covid-19“. Insomma: per risolvere i problemi legati ai Google Mobile Services, Huawei rilascia un aggiornamento su Huawei Mobile Services per dotare i terminali del gruppo di quelle capacità necessarie per poter adottare soluzioni come Immuni. A quel punto pressoché l’intero panorama smartphone italiano (al netto dei dispositivi vetusti) potrà scaricare Immuni ed utilizzarlo senza problemi ulteriori.
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Huawei ovviamente si affretta ad offrire ogni garanzia necessaria in termini di tutela dei dati personali, ricalcando le orme già tracciate dal Framework A/G di Apple e Google (presto lo si potrà quindi chiamare probabilmente “Framework A/G/H”):
- è l’utente a poter decidere se abilitare il Contact Shield;
- non avviene alcuna geolocalizzazione ed i dati sono conservati solo per 14 giorni;
- una volta disinstallate le app correlate, tutti i dati vengono cancellato (e i dati possono inoltre essere cancellati manualmente);
- solo sviluppatori autorizzati dai governi possono usare Contact Shield API;
- Huawei siglerà appositi accordi per garantire la privacy degli utenti.
Tutti i dettagli per gli sviluppatori sono contenuti su questa pagina. Grazie a questa appendice, ora il team Immuni potrà sviluppare quanto necessario per dar vita ad una versione compatibile con i dispositivi Huawei e con ogni probabilità sarà questo il momento in cui anche il link per il download da AppGallery sarà attivato.
Ciò non significa che ora sia sufficiente aggiornare HMS Core per risolvere l’incompatibilità precedente e veder funzionare regolarmente l’app: occorre aspettare sia l’aggiornamento lato Huawei che quello relativo lato Immuni. Non è chiaro se ciò possa avvenire in tempo per il rilascio nazionale dell’app (i tempi sono ormai molto probabilmente brevi), ma i tempi presumibili sono comunque pienamente compatibili con quello che vuol essere un progetto di breve periodo che possa proiettare soprattutto sull’autunno la propria massima efficacia.