Imposta sui servizi digitali, ecco i chiarimenti

Imposta sui servizi digitali, ecco i chiarimenti

L'Agenzia delle Entrate ha diramato una circolare di grande utilità per la corretta interpretazione della cosiddetta Imposta sui Servizi Digitali.
Imposta sui servizi digitali, ecco i chiarimenti
L'Agenzia delle Entrate ha diramato una circolare di grande utilità per la corretta interpretazione della cosiddetta Imposta sui Servizi Digitali.

Con apposita circolare n. 3/E, l’Agenzia delle Entrate ha fornito i chiarimenti interpretativi attesi per l’applicazione della cosiddetta Imposta sui Servizi Digitali (ISD). La questione tira infatti in ballo equilibri complessi e la circolare si è resa necessaria per dirimere a priori tutte le eventuali problematiche che sarebbero potute insorgere ex-post.

Imposta sui Servizi Digitali: tutti i dettagli

Una definizione, anzitutto:

L’ISD è un’imposta pari al 3% dei ricavi derivanti da determinati servizi digitali realizzati da imprese di rilevanti dimensioni. In particolare, l’imposta è dovuta da imprese, anche non residenti, con ricavi globali pari ad almeno 750 milioni di euro, a condizione che abbiano conseguito almeno 5,5 milioni di euro di ricavi in Italia derivanti da determinati servizi digitali.

Quindi la perimetrazione del giusto ambito di applicazione:

La circolare fornisce indicazioni per l’individuazione della platea dei soggetti interessati dall’imposta, rendendo chiarimenti in merito all’applicazione delle soglie dimensionali, della nozione di impresa e della definizione di gruppo. È, inoltre, approfondito l’ambito di applicazione oggettivo, con particolare riferimento al contenuto di ciascuno dei servizi digitali assoggettati ad imposta (veicolazione di pubblicità mirata, messa a disposizione di interfacce digitali che mettono in contatto gli utenti favorendone l’interazione o facilitando la fornitura diretta di beni o servizi, trasmissione di dati raccolti da utenti e generati dall’utilizzo di un’interfaccia digitale). Per facilitare la corretta individuazione dei servizi inclusi e di quelli esclusi, vengono rappresentate una serie di fattispecie esemplificative.

La circolare è estremamente capillare nel definire modalità di definizione della base imponibile e obblighi strumentali correlati, nonché tutto quanto necessario per la definizione dell’ambito (soggettivo e oggettivo) di applicazione. Poche ore dopo l’appello/promessa di Mario Draghi sulla Web Tax, l’Italia muove la sua pedina. Ma è solo in ambito OCSE che ci si potrà muovere con le giuste ambizioni.

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Pubblicato il
25 mar 2021
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