C’è qualcosa di fatalistico nel modo in cui alcune delle imprese consultate da Symantec per il suo ultimo rapporto sulla sicurezza affrontano il problema della perdita o sparizione di dati sui propri clienti. Grandi società, corporation e persino multinazionali fanno molto per evitarlo ma in ogni caso si aspettano di perdere quantitativi ingenti di dati almeno una volta ogni cinque anni.
Incidenti di questo genere, dunque, perseguiti con puntiglio dalle forze dell’ordine e spesso fonte di guai e compromissione della reputazione delle aziende coinvolte, sarebbero in qualche modo percepiti come inevitabili. Nel Rapporto di Symantec si spiega come i fattori di rischio risiedano da un lato nei sistemi utilizzati e dall’altro in partnership azzardate che coinvolgono però la gestione magari in outsourcing dei dati dei clienti.
A rendere il quadro ancora più rischioso è la crescita nei dispositivi portatili e mobili. A far alzare il livello dell’allarme il fatto che delle molte aziende consultate da Symantec per il proprio survey più di una su tre ha dichiarato di voler in tutti i modi proteggere i propri dati ma di non contare sul fatto di riuscire a farlo veramente.
Secondo Symantec il problema più che nelle tecnologie impiegate è nell’inadeguata formazione del personale.