L’adozione forzata dello smart working all’inizio dello scorso anno ha innescato un cambiamento destinato a divenire strutturale, con benefici che andranno a manifestarsi ben oltre il termine della crisi sanitaria. Ne stanno acquisendo consapevolezza le imprese italiane, sempre più propense a investire sul digitale, forti dell’esperienza acquisita in questo biennio di certo non semplice e con la prospettiva di rinnovare le proprie modalità operative.
Come la digitalizzazione ridisegna l’impresa
Tre su cinque confermano l’intenzione di destinare maggiori risorse al fine di perseguire l’obiettivo, solo il 2% ritiene invece giusta la scelta di imboccare la strada opposta, riducendole. È quanto emerge dall’indagine La componente Trust nei progetti di Digital Transformation condotta da Aruba Enterprise in collaborazione con CIONET Italia.
Dalla ricerca si apprende inoltre che per il 61% delle realtà chiamate in causa i benefici si stanno apprezzando soprattutto in termini di valorizzazione e crescita delle risorse umane. Il 49% interpreta come un vantaggio concreto il poter contare su un’organizzazione meno rigida e più dinamica, mentre il 37% intravede il potenziale derivante dal giusto bilanciamento tra lavoro in presenza e da remoto. L’impatto è evidente sul reparto IT (63%) oltre che sull’attività dei team addetti a marketing (46%), produzione (44%) e customer service (37%).
Ad esserne interessati sono anzitutto i servizi Trust, nel nome di una semplificazione dei flussi di informazioni: soluzioni per la gestione dei processi approvativi e firma (63%), identità digitale (59%), conservazione dei dati (51%) e Posta Elettronica Certificata (24%).
Per cogliere queste opportunità è però necessario far fronte ad alcune resistenze che si manifestano in primis sotto forma di elementi culturali (57%), complessità dei processi organizzativi (54%), costi e tempi di implementazione (52%), mancanza di competenze (19%). Di seguito il commento di Vincenzo Maletta, Head of Sales di Aruba Enterprise.
Quanto emerge dalla nostra survey rivela che il grado di digitalizzazione delle aziende italiane avrà un ruolo determinante per sostenere la competitività del nostro Paese nello scenario europeo e globale. Procedono in questa giusta direzione le misure previste dal PNRR per gli investimenti in tecnologia, che saranno fondamentali per ripensare tutti i processi aziendali in chiave digitale. Segno che l’agenda politica sta percorrendo concretamente quella trasformazione tecnica e culturale che l’Italia si aspetta.
L’indagine ha coinvolto in totale 230 aziende di tutta Italia, con un panel rappresentativo composto per il 95% da decision maker dell’area IT (CIO, ICT Manager e CTO) e per il restante 5% da decision maker dell’area Innovazione.