Roma – Per entrare in banca è necessario far registrare al sistema le proprie impronte digitali che da quel momento in poi verranno riconosciute. Questa l’idea di sicurezza biometrica che sta dietro ai sistemi messi a punto da alcuni istituti di credito e già attivati in alcune parti d’Italia.
Sistemi che sono però stati bocciati da una decisione del Garante per la privacy Stefano Rodotà, che ha affermato che il suo Ufficio li ritiene illegittimi. La rilevazione delle impronte, infatti, e la costituzione di un database con questi dati personali dei clienti sono attività considerate lesive del diritto alla riservatezza delle informazioni personali.
In particolare il Garante ha spiegato che “l’accesso agli sportelli bancari deve avvenire su base volontaria e consensuale”. Questo significa che le banche che lo vogliono, possono chiedere ai propri clienti di “partecipare” alla sicurezza biometrica ma devono contestualmente prevedere anche un accesso alternativo agli sportelli. Non solo, il diritto di accedere in altro modo deve essere riportato con evidenza su appositi cartelli.
Sulla vicenda si è espressa anche l’associazione degli utenti e dei consumatori ADUC che ritiene queste misure di sicurezza più degne di impianti missilistici che di un istituto di credito.