Seattle (USA) – Microsoft incassa una sconfitta nel procedimento giudiziario che la vede contrapposta a Linspire (ex Lindows), la piccola società di San Diego accusata dal gigante del software di utilizzare un nome troppo simile a quello di Windows.
La corte d’appello a cui Microsoft si era rivolta lo scorso febbraio ha infatti ritenuto che non vi siano elementi sufficienti per un ricorso, rimettendo così il caso nelle mani del giudice John Coughenour, lo stesso che in passato ha già più volte rigettato le richieste del big di Redmond.
Microsoft aveva sperato che la corte d’appello potesse smentire, o quanto meno mitigare, una sentenza di Coughenour secondo cui “windows” va considerato un termine generico. Il big di Redmond sostiene infatti che la corte dovrebbe tener conto unicamente del significato attuale del termine, ormai riconosciuto in tutto il mondo come il nome del più diffuso sistema operativo per computer. Al contrario, il giudice afferma che la validità del marchio di Microsoft avrebbe dovuto essere verificata prima del debutto di Windows sul mercato, avvenuto nel 1985, e non dopo. Secondo lui un termine, una volta dichiarato generico, continua ad esserlo anche in dopo la sua registrazione come marchio.
Visto che la corte d’appello non ha ritenuto necessario intervenire sulla questione, la sentenza di Coughenour rimane pienamente valida: la corte dovrà quindi prendere una decisione tenendo conto della genericità del marchio “Windows”.
“Questa negazione senza riserve all’appello chiesto da Microsoft conferma che la prossima udienza sarà incentrata su come i consumatori e l’industria del software utilizzavano il termine “windows” negli anni ’80, prima che Microsoft dominasse la scena”.
L’udienza, che era stata inizialmente fissata per marzo, è ora prevista per la seconda metà dell’anno. Il processo durerà circa due settimane e vedrà salire sul banco dei testimoni il CEO di Linspire, Michael Robertson, e i due massimi dirigenti di Microsoft, Bill Gates e Steve Ballmer.