Salt Lake City (USA) – Pare proprio che il supercomputer Linux più veloce al mondo non sarà quello di HP , atteso per gli inizi del 2003, ma quello progettato dall’azienda Linux NetworX per conto del Lawrence Livermore National Laboratory (LLNL) americano. Se il mostro di HP, commissionato dal Dipartimento americano per l’Energia, sarà infatti capace di macinare 8,3 teraflops di calcoli al secondo, quello di Linux NetworX – atteso per questo autunno – macinerà 9,2 teraflops.
Linux NetworX , specializzata nella costruzione di supercomputer a cluster basati su Linux e architettura Intel, prevede che il suo sistema – denominato Evelocity – sarà uno dei primi cinque supercomputer più potenti al mondo.
Tanto per dare un’idea della sua imponenza, il “cervellone” di Linux NetworX avrà la stessa potenza di calcolo di 9.200 PC o di sette Deep Blue (il computer che nel 1997 batté a scacchi l’allora campione del mondo Garry Kasparov) e la sua memoria potrebbe contenere quattro volte tutta la Libreria del Congresso americana.
Evolocity sarà formato da 962 nodi e 1.960 processori Xeon da 2,4 GHz: la memoria di sistema totale sarà pari a 3,8 TB (TeraByte) mentre lo spazio disco sarà di 115 TB.
Per il suo supercomputer Linux NetworX si è avvalsa di LinuxBIOS, un’alternativa aperta ai BIOS commerciali capace di inizializzare ogni nodo in pochi secondi e integrante funzionalità di gestione e amministrazione remota; ICE Box, un’appliance basata su Linux e dedicata specificatamente alla gestione dei cluster Linux; SLURM (Simple Linux Utility for Resource Management), un gestore di risorse open source al cui sviluppato ha collaborato anche LLNL.