Roma – Il primo ministro australiano John Howard e il ministro per le comunicazioni Helen Coonan hanno annunciato il varo del progetto Australia Connected , destinato a garantire, entro due anni, un collegamento in banda larga al 99 percento della popolazione urbana e rurale.
Il piano prevede un investimento di circa due miliardi di dollari australiani, pari a circa un miliardo e 250 milioni di euro , provenienti da capitali statali e privati: le due società incaricate del progetto, Optus (telefonica controllata da Singtel , società di Singapore) e la finanziaria australiana Elders contribuiranno con circa mezzo milione di euro, versati alla neonata consociata OPEL.
“Quello annunciato oggi è un progetto che porterà al 99 percento della popolazione australiana banda larga veloce ed economica in soli due anni ” ha detto il premier Howard. Gli fa eco il ministro Coonan, che parla di “velocità venti o quaranta volte superiori a quelle attualmente sperimentate dai consumatori”, e soprattutto “immediatamente disponibili”. Se davvero ciò avvenisse l’Australia godrebbe di una copertura pressoché totale con largo anticipo sull’Italia .
Il piano prevede inizialmente la transizione delle attuali reti ADSL delle zone urbane al più moderno protocollo ADSL2+, e la creazione di una nuova rete WiMax da 12 megabit per coprire le zone interne e meno popolose. Sul tavolo del ministro ci sono poi due proposte alternative per la realizzazione di una nuova rete a fibre ottiche , che potrebbe essere finanziata in parte da capitali privati, che copra l’intera nazione.
La prima, sostenuta dal governo, prevede l’adozione della fibra (in modalità FTTN ) solo nelle zone più popolose , oltre alla creazione di alcune dorsali che si spingano verso le zone interne. La seconda, proposta dall’opposizione e più costosa, prevede invece la copertura totale di tutti i distretti urbani (98 percento della popolazione) con una rete in fibra: occorrerebbero tre miliardi di euro per portare a termine questo ambizioso progetto, circa il doppio del caso precedente.
Posizioni dunque molto distanti, sia per quanto attiene alla tecnologia che alla mole degli investimenti: all’opposizione, e al partito nazionalista che appoggia il governo, non piace l’idea di una rete a due velocità . Il leader laburista Kevin Rudd parla apertamente di “sistema a due stadi – uno buono per le città e uno di seconda scelta per l’Australia rurale”.
L’approccio del governo non convince neppure tutti gli analisti e i navigatori: se la scelta del WiMax appare sensata , la velocità di 12 megabit appare invece insufficiente a coprire le esigenze delle comunità non raggiunte dalla fibra, soprattutto rispetto a quanto si vede realizzato altrove .
E c’è chi mette persino in dubbio la scelta wireless , mentre altri non condividono i toni sensazionalisti usati dal governo.
“Una delle caratteristiche più importanti del nostro progetto è l’apertura ai possibili futuri sviluppi , non appena tecnologie più veloci saranno disponibili”, si difende il primo ministro, sostenuto da Coonan che parla di evoluzioni future garantite da ” iniziative legislative ” in merito.
Sia come sia, il Governo australiano ha messo in campo molti capitali per ammodernare la rete telematica e abbattere il digital divide : oltre a quanto stanziato per la rete, ciascuna abitazione che verrà servita dalla nuova iniziativa riceverà un bonus di 2750 dollari australiani (pari a circa 1.700 euro) per garantire l’allaccio alla banda larga.
Luca Annunziata